Netanyahu e il Likud, una leadership in bilico
Primarie il prima possibile per vedere se il Likud è ancora dalla parte del Primo ministro Benjamin Netanyahu. A chiederle è, non c’è da stupirsi, Gideon Sa’ar, ovvero il membro del Likud considerato l’avversario interno più credibile alla leadership di Netanyahu. Tra i due non corre buon sangue – Netanyahu nelle scorse primarie di partito aveva accusato Sa’ar di aver cospirato con il Presidente Reuven Rivlin per rovesciarlo – e l’incriminazione del leader del Likud per corruzione, abuso d’ufficio e frode ha riacceso lo scontro. In un’intervista al Canale 12, Sa’ar ha definito irresponsabile il Premier per aver parlato di colpo di stato rispetto alla decisione del procuratore generale Avichai Mandelblit di rinviarlo a giudizio. “Chiunque diriga il ramo esecutivo non può dire che la decisione di Mandelblit sia un tentativo di colpo di stato. Non è giusto, non è responsabile. Stiamo creando un’atmosfera di caos nel paese a cui mi oppongo”, ha dichiarato Saar, accusando Netanyahu di non voler “riparare il sistema” ma di volerlo “distruggere”. Poi la richiesta di primarie immediate per decidere chi deve guidare il Likud: Sa’ar vuole che siano indette prima che scadano i 19 giorni ancora a disposizione della Knesset per scegliere al suo interno un candidato in grado di avere la maggioranza di 61 seggi, formare un governo e quindi evitare le sempre più probabili terze elezioni. “Non credo che in una terza o quinta elezione (Netanyahu) sarà in grado di formare un governo. Non siamo così lontani dal perdere il controllo del paese a favore dei nostri avversari. – ha detto Sa’ar, affermando che Netanyahu, visti i risultati delle elezioni di aprile e di settembre, non sarà in grado anche in futuro di ottenere la maggioranza alla Knesset – Se oggi andiamo alle primarie e prendiamo una decisione democratica, possiamo salvare il governo del Likud”. Sa’ar spera di ottenere la leadership e di formare un governo con Kachol Lavan ma è fortemente improbabile che accada.
Dura intanto la replica, affidata ai social, del Likud nei confronti del suo stesso parlamentare. “Il presidente del Likud è il primo ministro Netanyahu, che ha dato 32 seggi al Likud tramite schede elettorali che recitavano ‘Il Likud guidato da Netanyahu’. È un peccato vedere che mentre il Primo Ministro Netanyahu mantiene la sicurezza di Israele su tutti i fronti e lavora per preservare il potere del Likud, Gideon Sa’ar, come al solito, non mostra nessuna lealtà e massima sovversione”. Secondo l’emittente Kan Netanyahu starebbe lavorando per evitare che vi siano primarie, mossa che non piace al presidente del comitato centrale del Likud Haim Katz. Quest’ultimo, dopo l’appello di Sa’ar, ha dichiarato che bisogna “permettere a chi lo desidera di competere nelle primarie” di partito. Katz ha annunciato che prenderà in considerazione la richiesta di Sa’ar così come quella più diplomatica di un altro membro di partito, Nir Barkat. L’ex sindaco di Gerusalemme ha infatti proposto di fare sì le primarie ma per decidere solamente la riserva di Netanyahu. L’idea di Barkat è quella di nominare un vice-capo del Likud che, in caso l’attuale Premier dovesse essere costretto a congedarsi dalla politica per affrontare i tre processi contro di lui, ne prenderebbe il posto. Un piano per non mettersi contro Netanyahu e i suoi sostenitori nel partito – che sono molti – e al contempo per garantire una possibile successione non traumatica in caso l’era di Bibi dovesse finire. A riguardo sarà importante capire cosa annuncerà Mandelblit nel fine settimana: il procuratore ha infatti formato una commissione che determinerà se esistono ostacoli legali che impediscono a un Primo ministro incriminato di formare un governo.
dr