Heimat, una storia di patria e famiglia
“Possiamo esserne consapevoli o no, ma facciamo la volontà dei nostri antenati: i nostri comandamenti ci arrivano dal loro regno; i precedenti da loro stabiliti sono la nostra legge; ci sottomettiamo ai loro dettati, anche quando ci ribelliamo. […] Ereditiamo le loro ossessioni, ci facciamo carico dei loro fardelli, portiamo avanti le loro cause, promuoviamo le loro mentalità, le loro ideologie e molto spesso anche le loro superstizioni; e spesso moriamo cercando di vendicare le umiliazioni che loro hanno subito. Perché questa schiavitù? Perché non abbiamo scelta. Solo i morti possono garantirci legittimità. Lasciati a noi stessi siamo tutti bastardi. In cambio della legittimità, di cui gli umani avvertono la necessità e che agognano più di qualsiasi altra cosa, noi ci arrendiamo al loro dominio. Possiamo, con i nostri atteggiamenti moderni, ignorare o ricusare la loro antica autorità; e tuttavia, per conquistarci un margine di vera libertà dobbiamo cominciare proprio con il riconoscere la presa che tradizionalmente ha su di noi questa autorità.”
È con questa citazione tratta da Il dominio dei morti di Robert Pogue Harrison (Fazi, 2004) che Emilio Varrà fondatore di Hamelin e una delle anime trainanti di BilBOlBul apre il saggio critico che accompagna la presenza di Nora Krug a Bologna, in occasione del Festival internazionale di Fumetto. Le vengono dedicati in questa tredicesima edizione di un appuntamento attestatosi con forza tra i più rilevanti in Europa due mostre e alcuni incontri.
L’ultima opera di Nora Krug, Heimat, uscita nel 2018 negli Stati Uniti e da poco pubblicata in Italia da Einaudi, percorre la storia di un senso di colpa storico, di una tedesca emigrata negli Stati Uniti, con due generazioni che la separano dal regime nazista e dalla guerra, e la ricerca personale per capire il coinvolgimento della propria famiglia in quelle vicende.
Scrive Varrà: “Heimat è prima di tutto un libro di fantasmi. E non deve essere ritenuta una cosa scontata, dal momento che si parla del passato e del passato familiare dell’autrice. I fantasmi non appaiono a tutti, bisogna essere pronti ad accoglierli, avere una certa propensione all’attesa, una certa modalità di sguardo e di ascolto, bisogna saperli coltivare”. Si tratta di una lettura non banale, che richiede attenzione al dettaglio, e passione per i particolari.
Nora Krug non cerca e non offre consolazione: “Identità, verità, innocenza, rapporto con la Storia rimangono intatti in tutta la loro sporcizia, nella loro ricchezza di contraddizioni, incongruenze, domande irrisolte, comportamenti forse inevitabili, reazioni subitanee al caso e agli eventi esterni. I nonni dell’autrice non sono stati nazisti militanti ma neppure resistenti, hanno vissuto in quella zona grigia di accomodamenti, cauti rifiuti, ricerca di scappatoie, rassegnazione alle situazioni. Viviamo tutti in questa linea di confine, crepuscolare, in un territorio liminare dove abitano i fantasmi, non solo perché questi vengono a trovarci, ma perché noi per primi siamo fantasmi”.
a.t., Pagine Ebraiche Novembre 2019
Spaesamento a fumetti
Parte dalla volontà di esplorare il tema dello spaesamento la tredicesima edizione di BilBOlbul, il Festival Internazionale di Fumetto in programma a Bologna dal 29 novembre al primo dicembre prossimi. Lo spaesamento come condizione costitutiva del presente, palesata sotto diverse
forme: la perdita di memoria storica, la disarmonia coi territori che abitiamo o attraversiamo, una crisi generale dell’immaginario che rende difficile pensare al futuro. Una condizione che, però, ha anche una componente generativa, perché quando saltano le coordinate le possibilità si moltiplicano, anche sul piano dell’espressione artistica. Fra gli autori di quest’anno spicca Nora Krug, presente con due mostre e alcuni incontri. info: www.bilbolbul.net