Israele, si avvicina un governo
La Lista araba può segnarne il futuro

Fino alla notte scorsa un governo di unità nazionale formato da Likud e Kachol Lavan sembrava l’opzione più probabile per uscire dallo stallo politico, dare finalmente un esecutivo a Israele e rispondere all’emergenza sanitaria in corso. La scelta di tutti e 15 i parlamentari della Lista Unita – l’unione di tre partiti a maggioranza araba – di raccomandare il leader di Kachol Lavan Benny Gantz come prossimo Primo ministro potrebbe però cambiare gli equilibri. Nel corso delle consultazioni organizzate dal Presidente Reuven Rivlin con tutti i partiti (eletti alla Knesset lo scorso 2 marzo), la Lista Unita ha dato il suo verdetto non scontato: “Se Gantz vuole istituire un governo di centro-sinistra, allora noi lo raccomandiamo. Vogliamo un governo di centro-sinistra, e tutti i 15 membri della Lista Unita lo indicano come Premier”, ha dichiarato il leader della compagine araba Ayman Odeh a Rivlin. Se Avigdor Lieberman dovesse dare il suo sostegno a Gantz, allora l’ex capo di Stato maggiore potrebbe contare su 62 seggi, ovvero la maggioranza alla Knesset e sarebbe dunque in grado di formare un governo. Da Kachol Lavan però non viene del tutto eliminata l’altra opzione, quella che sembrava più probabile: il governo di unità nazionale provvisorio con il Likud. In una conferenza stampa pubblica, Netanyahu ha fatto nuovamente appello ai suoi avversari per “unire le forze e stabilire un governo forte e stabile che possa approvare un bilancio e prendere decisioni difficili” in particolare di fronte al crescere della crisi sanitaria legata al coronavirus. “Il governo resterà in carica per sei mesi e le posizioni ministeriali saranno divise equamente. Il primo ministro non potrà licenziare i ministri di Kachol Lavan, e Kachol Lavan non potrà sfiduciare il primo ministro. Alla fine di questo periodo, torneremo alla situazione attuale”, la proposta di Netanyahu, con lui come Premier, forte dei 36 seggi ottenuti il 2 marzo, ovvero del fatto di avere il partito più grande alla Knesset. Ma Netanyahu ha fatto anche un’altra proposta: “vorrei anche discutere l’istituzione di un governo di unità nazionale con una rotazione dell’incarico di Primo ministro con parità di durata e composizione”. “In questo governo di unità, continuerò a servire come Primo ministro per i prossimi due anni, e durante questo periodo Benny Gantz servirà come vicepremier con la stessa divisione dei ministri e le stesse regole per il governo. Dopo due anni, Gantz assumerà la carica di Premier e il governo servirà quattro anni in totale”. Questo il secondo piano del leader del Likud, rispedito però al mittente da Gantz. “Netanyahu, non voltare le spalle ai cittadini di Israele. Uno che vuole l’unità non ritarda il suo processo all’1 di notte e non rilascia ai media lo schema di un governo di unità d’emergenza, ma piuttosto invia il suo team di negoziatori per un incontro. A differenza tua, io continuerò a sostenere ogni mossa corretta per un governo senza considerazioni politiche. Quando farete sul serio – parleremo”, la replica attraverso twitter di Gantz, che ha fatto riferimento al rinvio del processo a carico di Netanyahu. Sulla base del rischio di contagio da Covid-19 infatti il procedimento – in cui il leader del Likud è imputato per corruzione e frode – è stato posticipato dal 17 marzo al 24 maggio.
In questo quadro, chi cerca di spegnere il fuoco è il Presidente Rivlin: “Credo che chiunque guardi il telegiornale in questi giorni capisca che questo è un momento di prova, e che queste non sono consultazioni ordinarie. Chiedo a tutti i rappresentanti delle fazioni – che entrano in questa sala – di comprendere che dobbiamo istituire un governo il più presto possibile, per guidare il nostro popolo in quest’ora complessa”. Il suo appello alla responsabilità. “Affrontare le emergenze non ha mai danneggiato la democrazia israeliana, ma l’ha rafforzata e ha reso il nostro Stato, lo Stato di Israele, più forte. Siamo ancor più impegnati, alla luce dell’urgente necessità di un governo, a mantenere i processi democratici vitali – anche in caso di emergenza”.

dr