“Cerchiamo pace e riconciliazione”
Un messaggio di cordoglio, di pace e riconciliazione. Questo, ha spiegato il rabbino capo di Gerusalemme Aryeh Stern, il significato della sua visita alla famiglia di Iyad Halak, il trentaduenne palestinese ucciso negli scorsi giorni per errore dalla polizia israeliana nella Città vecchia. “Vorrei sottolineare da un lato l’opera benedetta della polizia di frontiera di Gerusalemme per la sicurezza dei residenti di Gerusalemme, e allo stesso tempo esprimere il loro dolore e le loro condoglianze per la morte di Iyad, la solidarietà in questo caso è richiesta a ciascuno di noi, insieme a una chiara condanna del terrorismo”, le parole del rav, accolto dalla famiglia Halak nella loro casa di Wadi al-Joz, quartiere di Gerusalemme Est. Accompagnato dalla vicesindaco di Gerusalemme Fleur Hassan-Nahoum, rav Stern ha spiegato di voler portare un messaggio di pace e riconciliazione e ha espresso il suo dolore per la perdita di Iyad, definito un ragazzo speciale. Il giovane era autistico e per questo non avrebbe compreso gli ordini della polizia. Sulla vicenda è stata aperta un’indagine e il ministro della Difesa Benny Gantz ha promesso giustizia. Il rav, riportano i media israeliani, ha espresso la speranza che non debbano più essere usate le armi e che non ci siano più spargimenti di sangue. Dopo aver aspramente criticato la polizia israeliana e le autorità, il padre di Iyad, scrive Arutz 7, era molto emozionato e ha ringraziato il rabbino e i membri della delegazione per essere venuti. “Vogliamo tutti vivere insieme in pace”, il suo messaggio. “Sono venuta a confortare la famiglia – ha spiegato invece la vicesindaco Hassan-Nahoum – e ho ascoltato con il rabbino capo la storia di un bambino speciale e sensibile. Il dolore di una madre che perde il figlio è senza colore e senza religione. Dobbiamo fare di tutto per prevenire eventi così tragici in futuro”.
Secondo le ricostruzioni dei media Iyad Halak non aveva inteso gli ordini della polizia di fermarsi per poi scappare e rifugiarsi in un locale per la raccolta dei rifiuti. Gli agenti intervenuti hanno dichiarato di aver pensato che fosse armato e per questo avrebbero aperto il fuoco.
Anche il nuovo ministro della Pubblica Sicurezza Amir Ohana ha espresso il proprio dolore per l’accaduto e promesso di indagare. Ohana ha però dichiarato che è troppo presto per “emettere una sentenza” sugli agenti di polizia coinvolti, osservando che “sono tenuti a prendere decisioni fatali in pochi secondi in una zona inondata di attacchi terroristici, e in cui c’è un costante pericolo per le loro vite”. Al sito di informazione Walla la sorella di Iyad, Diana, ha chiesto che l’agente responsabile della morte del fratello venga imprigionato.