Da Singer a Levi, la storia si fa romanzo
Dalla vita negli Shtetl polacchi raccontata da Israel Singer in Di un mondo che non c’è più (Bollati Bolinghieri) alla rappresentazione dell’ebraismo piemontese che emerge ne Il sistema periodico (Einaudi) di Primo Levi, la narrativa può essere un modo per immergersi nella storia e comprenderne le abitudini e la vita del passato. Non un sostitutivo ai testi accademici ma un importante ed istruttivo contributo per capire cosa significava, ad esempio, vivere nello Shtetl o nel Piemonte ebraico dei primi del Novecento. Da qui l’invito dello storico Giacomo Todeschini nella nuova puntata di “pagine di storia” a prendere in mano i romanzi per scoprire, attraverso una prospettiva diversa, spaccati della storia delle nostre società e delle persone che la abitano. “Non si tratta semplicemente di avere memoria, in libri come Il sistema periodico abbiamo proprio una ricostruzione storica che si poggia sia sui ricordi personali ma anche su documentazioni private così come pubbliche. Abbiamo, in forma narrativa, dei veri libri di storia”, spiega Todeschini, richiamando in particolare la grande capacità di Primo Levi di riportare alla luce, con grande capacità espressiva, i volti e le tradizioni dell’ebraismo piemontese che ci aiutano a comprendere il suo ruolo nella società.