Montale, la guerra
e le emozioni d’Israele
Capita di non cogliere il significato di una poesia perché non si è in grado di avvertire le sensazioni, le emozioni che contengono le parole del testo. Allo storico sociale delle idee David Bidussa è accaduto con la raccolta di poesie di Eugenio Montale Finisterre, incontrata da studente ma, all’epoca, non fino in fondo compresa e apprezzata. A fargli riscoprire la poetica di Montale diversi anni dopo, i suoi studenti all’Università Ebraica di Gerusalemme, come racconta lui stesso nella nuova puntata di “pagine e svolte”. Sono loro, giovani segnati dal primo conflitto con il Libano del 1982, che “mi obbligarono a riprendere in mano quei versi e a capire alcune cose”. Tra queste, le difficoltà quotidiana del conflitto, lo smarrimento procurato dalla guerra, le sensazioni di non avere un domani e di essere attanagliati al presente. Tutte emozioni portate alla luce da Montale in maniera semplice e pacata e percepite, a mezzo secolo di distanza, anche dai giovani israeliani a Gerusalemme. Attraverso i loro occhi, Bidussa spiega di aver cambiato la sua percezione rispetto a quelle poesie di Montale.