Israele e Libano, prove di dialogo
Cauto ottimismo. È quello che si respira nella delegazione israeliana che incontrerà nelle prossime ore la controparte libanese per discutere – e trovare un accordo – sulla definizione dei rispettivi confini marittimi. “Se la controparte si presenterà ai colloqui con un approccio pragmatico, spero riusciremo a risolvere la controversia in breve tempo”, le parole di un alto funzionario del ministero dell’Energia israeliano ai giornalisti nel corso di un briefing sulla delicata missione. “Naturalmente, se dall’altra parte arriveranno con l’intenzione di raggiungere un’altra vittoria sul ‘nemico sionista’, allora possono continuare a celebrare le vittorie come hanno fatto negli ultimi 10 anni”, ha aggiunto ironicamente il funzionario, parlando a condizione di anonimato. L’attuale disputa israelo-libanese sull’esatta delimitazione dei confini marittimi va avanti da un decennio e gli Stati Uniti hanno mediato l’incontro tra i due paesi per provare a chiudere almeno questo capitolo di una contesa ben più ampia. “Non si tratta di colloqui di pace e non è una normalizzazione dei rapporti come con gli Emirati Arabi Uniti e il Bahrein. È un obiettivo molto, molto chiaro e specifico; è una disputa tecnica ed economica”, le parole del rappresentante del ministero israeliano. Libano e Israele sono formalmente due paesi nemici, e gli ultimi colloqui ufficiali in materia civile tra le due nazioni risalgono a trent’anni fa. Per questo l’attuale round di incontri, seppur ristretto a una questione molto tecnica, è un passo avanti positivo. Inoltre, il raggiungimento dell’intesa permettere ad entrambi i paesi di utilizzare le risorse naturali – gas e petrolio – presenti nello spazio marino conteso, portando benefici alle rispettive popolazioni.
Finora, tutti i numerosi tentativi di mediazione sono falliti, spiega Noa Landau di Haaretz. La svolta c’è stata grazie a David Schenker, sottosegretario di Stato americano per gli affari del Vicino Oriente. Schenker ha optato per circoscrivere gli incontri al solo tema del confine marittimo, lasciando fuori ad esempio il tema caldo dei confini terrestri. “Dietro le quinte, gli Stati Uniti sperano che un accordo di successo sul confine marittimo apra la porta ad ulteriori contatti futuri, sullo sfondo di una campagna USA-Israele per indebolire il potere di Hezbollah nell’arena politica”, aggiunge Landau.