Elezioni Usa – Ben-Dror Yemini
“Chiunque vinca con Israele”
“Credo che qualsiasi sia il risultato, Israele avrà un alleato alla Casa Bianca. Certo la scelta di Biden o di Trump avrà un’influenza sulla nostra politica interna, ma credo non sarà così significativa. Il cambiamento in Medio Oriente è oramai in atto e chiunque sarà presidente vi darà continuità. L’interrogativo è cosa faranno i palestinesi”. È l’analisi di Ben-Dror Yemini, firma di punta del quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth, in un colloquio con Pagine Ebraiche. Per Yemini la differenza tra Trump e Biden, quando si tratta di rapporti con Israele, non sposterà di molto le nuove alleanze mediorientali. “Io non ho mai visto Barack Obama come un nemico di Israele, pur non condividendo le sue posizioni sull’Iran. Per questo credo che Biden, se dovesse essere eletto, non sarà contro Israele e non sono preoccupato. Forse farà pressione sul governo israeliano in materia di insediamenti, ma dovrà confrontarsi soprattutto con i palestinesi. Sono loro a continuare a dire no a ogni discorso di pace. Se dovesse poi nominare, come si dice, Susan Rice come Segretario di Stato Usa, allora per Ramallah non sarà così semplice. Ricordo infatti la rabbia della stessa Rice all’ennesimo rifiuto palestinese a una proposta dell’amministrazione Obama. ‘Voi palestinesi non vedete mai il quadro generale’, aveva detto Rice a Saeb Erakat (negoziatore palestinese)”. È passato del tempo da allora, e la miopia di Ramallah rispetto al “quadro generale” non ha fatto che peggiorare, afferma Yemini. “Ora si trovano con un Israele che ha normalizzato i rapporti con Bahrein, Emirati e Sudan. E sono ancora più isolati. Hanno perso un’altra occasione, non so se la pressione di Washington, con Trump o con Biden, gli farà cambiare idea”. Sul fronte interno un’elezione di Trump “avvantaggerà sicuramente il Primo ministro Benjamin Netanyahu – sottolinea l’analista – che potrà continuare a rivendicare di avere un filo diretto con la Casa Bianca. Finora l’amministrazione guidata dal magnate ha fatto quasi tutto ciò che Netanyahu desiderava. Con l’arrivo di Biden questo rapporto così immediato sarà interrotto e l’immagine di Netanyahu amico dei leader mondiali sarà indebolita. Non credo però costituisca una scossa così significativa”. Per Yemini, e lo ha scritto anche in un recente articolo su Yedioth Ahronoth, c’è però una lezione chiara che gli israeliani devono imparare dal voto Usa: evitare le polarizzazioni. “La classe media che dovrebbe riconoscere che tutte le parti – di destra o di sinistra, conservatrici o liberali – hanno punti di vista validi e che vale la pena di ascoltare non lo fa, anzi”, spiega Yemini in riferimento agli Stati Uniti. “E una cosa simile rischia di accadere anche a noi”, aggiunge, dicendosi preoccupato sia per l’aggressività nelle strade tra destra e sinistra, sia per il distacco tra il mondo accademico e parte della società israeliana. “Chi vive e critica dalla propria torre d’avorio indebolisce le democrazie liberali”, afferma Yemini, che, facendo un raffronto tra Israele e Stati Uniti, nel suo editoriale scrive: “C’è ancora una piccola possibilità che nelle prossime elezioni (israeliane) si parli di questioni rilevanti che riguardano tutti noi. Con un po’ di fortuna, potremmo anche non aver bisogno di fortificare i nostri negozi da eventuali rivolte per le strade”.
dr