Israele, coprifuoco e nuove misure per evitare la terza ondata del virus
Un coprifuoco notturno fino al 2 gennaio per evitare una nuova ondata di contagi. È quanto ha proposto il Comitato contro il coronavirus israeliano, che vorrebbe l’imposizione di un lockdown notturno a partire dalle 18.00 (o dalle 19.00) fino alle 5.00 del mattino (o in alternativa fino alle 6.00). Una decisione dovuta alla situazione dei contagi nel paese. Il dato dei positivi è ancora sotto controllo – le infezioni registrate nelle ultime 24 ore sono state 1.837 con 67mila tamponi e un tasso positivi/tamponi eseguiti al 2.8% -, ma è in aumento e per questo le autorità vogliono evitare una crescita esponenziale come accaduto in estate. Dopo essere stato il primo paese a decidere per un secondo lockdown, Israele è diventato un osservato speciale a livello internazionale. La seconda chiusura ha funzionato, ma ora l’obiettivo è non fare gli errori del passato ed evitare la terza ondata. Da qui, le indicazioni assunte dal Comitato contro il coronavirus che dovranno essere ratificate dal governo di Benjamin Netanyahu in queste ore. Tra le decisioni – che coprono l’arco temporale della festività ebraica di Channukkah (10-18/12), fino al primo dell’anno civile – anche quella che introduce l’obbligo del test per chi torna dall’estero per fare la quarantena a casa: in mancanza del tampone negativo, l’isolamento di 14 giorni si svolgerà in uno degli hotel predisposti dalle autorità.
Intanto il paese attende i primi lotti del vaccino anti-covid realizzato dall’azienda Pfizer. Secondo i media israeliani infatti, dovrebbero arrivare circa 200mila dosi nei prossimi giorni, necessarie per la somministrazione del vaccino a 100mila persone. L’arrivo dovrebbe coincidere con l’approvazione del preparato da parte della della Food and drug administration americana.