Dal Marocco all’Oman, per Israele nuove alleanze con il mondo arabo
Un finale del 2020 segnato da svolte diplomatiche per Israele. L’ultima in ordine di tempo – dopo Emirati Arabi Uniti, Bahrein e Sudan – è quella con il Marocco. Rabat ha annunciato la normalizzazione dei rapporti con Israele attraverso un accordo siglato con gli Stati Uniti, con la Casa Bianca che in cambio ha riconosciuto la sovranità marocchina sul Sahara Occidentale. Con questo passaggio, Israele si è assicurata rapporti ufficiali e diretti con un altro stato arabo e musulmano. Il quarto in pochi mesi. E la lista potrebbe aumentare ancora: l’Oman sembra infatti pronto ad unirsi ai suoi vicini del Golfo e aprire a nuovi legami con Gerusalemme. Il ministero degli Esteri del sultanato omanita ha commentato con favore l’accordo annunciato da Marocco e Israeliano, auspicando che possa essere la strada “per raggiungere una pace globale, giusta e duratura in Medio Oriente”. L’Oman è rimasto a lungo neutrale nella politica regionale e ha evitato di farsi coinvolgere apertamente nello scontro tra Arabia Saudita e Qatar e nel conflitto con l’Iran. Nel 2018 il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu aveva visitato lo Stato del Golfo (nell’immagine, un momento della visita con il sultano Qaboos), ma i due Paesi non hanno ancora stabilito relazioni bilaterali ufficiali. Il sostegno dato agli Accordi di Abramo e all’intesa con il Marocco, fanno però presagire che l’Oman presto potrebbe aggiungersi alla lista di successi diplomatici d’Israele di questo ultimo anno. “Non bisogna sottovalutare l’apertura e la sete di Israele che c’è nel mondo arabo di oggi”, aveva dichiarato Netanyahu durante la sua visita del 2018. Nello stesso anno, il principe saudita Mohammed bin Salman aveva incontrato, in un viaggio negli Stati Uniti, alcune organizzazioni ebraiche e gruppi di pressione filo-israeliani, a cui aveva esplicitato la sua politica di apertura nei confronti di Gerusalemme. Allora bin Salman aveva confermato che Israele ha diritto di avere una propria terra a fianco dei palestinesi, senza spingersi a parlare di un possibile riconoscimento da parte di Riad. Due anni dopo quel riconoscimento potrebbe arrivare, stando a quando riportano i media israeliani, in contatto cone le fonti governative.