Israele 2020, un paese in crescitanonostante l’anno difficile
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La fotografia demografica di Israele per il 2020 parla di un crescita della popolazione dell’1,7%. Tradotto in numeri, i cittadini sono ad oggi 9,3 milioni, di cui 6.870.000 ebrei (73,9%), 1.956.000 arabi (21,1%) e 465.000 persone (5%) appartenenti ad altri gruppi etnici. A riportarlo, il tradizionale report che l’Ufficio centrale di statistica di Israele pubblica alla fine dell’anno civile. Continua dunque il trend di crescita del paese che, secondo l’ente israeliano, tra quattro anni raggiungerà la significativa cifra di 10milioni di abitanti.
In questo difficile 2020, tra pandemia e lockdown, sono state 176mila le nuove nascite registrate in Israele. Il 73,8% dei nuovi arrivati sono nati da famiglie ebraiche, il 23,4% da famiglie arabe e il 2,8% da altri gruppi etnici.
Circa 50mila le persone invece decedute quest’anno. A luglio, quando nel paese si è registrata la seconda ondata di contagi da Covid-19 (molo più letale della prima in Israele), la percentuale di morti causate dal virus è aumentata. Tuttavia, è in costante diminuzione dalla fine di ottobre.
Il 2020 ha registrato inoltre una prevedibile diminuzione dell’immigrazione in Israele, con il paese più volte chiuso agli arrivi dall’estero per controllare i contagi. Oltre a colpire ovviamente l’industria del turismo del Paese, le chiusure hanno avuto un effetto molto significativo su chi pensava di fare l’aliyah (immigrare in Israele). Tra gennaio e ottobre del 2020, 15.800 persone hanno fatto aliyah, il 42,6% in meno rispetto al 2019. I principali Paesi da cui le persone hanno guadagnato l’aliyah sono la Russia (38,1%), l’Ucraina (15,1%), la Francia (11%) e gli Stati Uniti (10,7%).