Il Presidente d’Israele Rivlin
“Continue elezioni generano sfiducia,
ma solo con il voto si lascia il segno”

Dalle sette del mattino Israele è tornata a votare. Per la quarta volta in due anni milioni di cittadini sono chiamati ad eleggere i propri rappresentanti alla Knesset, il Parlamento. Una certa stanchezza e sfiducia si respirano nell’aria. Tanto che il Presidente d’Israele Reuven Rivlin ha sottolineato come il continuo ritorno alle urne abbia danneggiato “la fiducia dell’opinione pubblica nel processo democratico”. Non per questo però non si deve esercitare il diritto di voto. “Anche in mezzo alle grandi difficoltà in cui ci troviamo, le elezioni per la Knesset restano l’elemento più sacro della nostra democrazia” le parole del Presidente, che ha ricordato agli elettori che “il potere di influenzare (il destino del paese) è solo nelle vostre mani: non c’è altro modo”. Rivlin ha inoltre ricordato che questa è la sua ultima volta alle urne in qualità di Presidente. A giugno scadrà infatti il suo mandato. “Per l’ultima volta, dal cuore di un presidente ai vostri cuori: andate a votare”, il suo appello in ebraico e in arabo.
A causa della pandemia e delle sue limitazioni è stato creato un ampio sistema che possa garantire a tutti gli elettori di votare. Le urne sono state collocate anche negli alberghi, nei reparti degli ospedali, nelle case di cura e per la prima volta anche all’aeroporto Ben Gurion. Molti partiti sono preoccupati da possibili cali nell’affluenza che per il momento tiene: alle 12 ora locale si registrava un’affluenza al 25,4%, di poco superiore all’ultima tornata elettorale.