Il capo del Mossad verso gli Usa In agenda, il nucleare iraniano
Il capo del Mossad Yossi Cohen si recherà in visita ufficiale a Washington nei prossimi giorni, dove incontrerà alti funzionari governativi e capi dell’intelligence statunitense per discutere la questione del programma nucleare iraniano. A rivelarlo, l’emittente israeliana News 13. Si tratta del primo viaggio ufficiale di un funzionario israeliano alla Casa Bianca dall’inizio della presidenza di Joe Biden. Secondo i media israeliani, Cohen potrebbe incontrare lo stesso Biden in forma privata nel corso della sua permanenza negli Usa. In ogni caso il suo obiettivo è chiaro: convincere Washington che non ha senso tornare all’accordo nucleare firmato nel 2015. Per il capo del Mossad, così come per i vertici dell’intelligence e della politica israeliana, qualsiasi nuova intesa – a cui gli Stati Uniti stanno lavorando a Vienna attraverso colloqui indiretti con Teheran – deve prevedere condizioni molto più rigorose di quella precedente. Devono esserci garanzie sia sul fronte di uno stop alla proliferazione nucleare iraniana sia rispetto alla corsa agli armamenti del regime degli Ayatollah. A sostegno di queste richieste, riportano i media israeliani, Cohen presenterà le prove che l’Iran sta mentendo e nascondendo al mondo i dettagli del suo programma nucleare, e chiederà il mantenimento delle sanzioni. Queste ultime, applicate con severità dalla presidenza Trump, per il momento non sono state toccate da Biden, ma le notizie che arrivano da Vienna potrebbero modificare la situazione. Il portavoce del Dipartimento di Stato Ned Price, parlando con i giornalisti, ha infatti dichiarato che gli Usa sono “pronti a fare i passi necessari per tornare alla conformità con il JCPOA (l’accordo del 2015 o Joint Comprehensive Plan of Action), anche eliminando le sanzioni che non sono coerenti con quest’ultimo”. Price non ha approfondito la questione, ma questa apertura ha allertato le orecchie israeliane. Il primo ministro Benjamin Netanyahu, nel suo discorso a Yad Vashem per Yom HaShoah, ha avvertito che Israele non si sentirà vincolato da un nuovo patto tra le potenze mondiali e l’Iran, dichiarando che lo Stato ebraico si difenderà contro coloro che cercano di distruggerlo. La tensione tra i due paesi nemici è costante, con reciproci attacchi più o meno efficaci. L’ultimo, ha coinvolto una nave iraniana nel Mar Rosso, la Saviz. Quest’ultima è stata camuffata come imbarcazione civile, ma in realtà è considerata una base galleggiante del Corpo delle Guardie Rivoluzionarie iraniane. Nell’attacco, non rivendicato da Israele, ha subito diversi danni, seppur da Teheran smentiscano.