“Non dimentichiamo le sofferenze di chi ha combattuto per noi”
Israele si prepara a celebrare Yom HaZikaron, il giorno scelto per commemorare i militari caduti per difendere la libertà del popolo ebraico e le vittime civili degli attacchi terroristici. Lo fa nel segno di un tragico fatto di cronaca profondamente legato a questa data: la decisione del giovane Itzik Saidian, ventiseienne che ha combattuto nella guerra del 2014 a Gaza e da allora soffre di disturbo da stress post-traumatico, di darsi fuoco. Ricoverato d’urgenza, Saidian è in condizioni critiche. La sua storia è diventata inevitabilmente il simbolo della necessità di dare aiuto a tutti quei soldati e persone segnate dalla guerra e dal terrorismo. “Prego con tutto il cuore per la guarigione di Itzik Saidian. Tra i nostri figli e figlie che sono tornati dal campo di battaglia, ce ne sono molti, troppi, che non sono in grado di fermare la battaglia. Noi vi vediamo. Condividiamo il vostro dolore – le parole del Presidente d’Israele Reuven Rivlin (nell’immagine durante lo scorso Yom HaZikaron) – Anche quando le ferite del corpo guariscono, anche quando il dolore fisico finisce, ci sono persone che tornano costantemente alla battaglia quotidiana della vita”. “Dobbiamo a Itzik, e a tutti gli altri nostri figli che stanno ancora combattendo, l’esistenza dello Stato d’Israele. E noi siamo responsabili del loro futuro”, ha aggiunto Rivlin, riferendosi al giovane soldato e non solo.
“Il nostro Itzik è il fratello più giovane. – ha raccontato la sorella – Un ragazzo pieno di doni, che si batte sempre per i deboli. E questo è quello che ha fatto ora. Non solo per lui, ma per migliaia di soldati che rimangono senza risposte”.
Combattente nei Golani, Saidian aveva preso parte nella difficile battaglia di Shajai, nella Striscia di Gaza, durante l’operazione condotta nel 2014 dall’esercito israeliano per distruggere i tunnel del terrore di Hamas. Il giovane soldato aveva raccontato della sua esperienza al Canale 12 israeliano.
“Ho perso sette dei miei amici in tre ore dopo l’inizio dei combattimenti [nella guerra di Gaza del 2014] e ho continuato a combattere per altre due settimane e mezzo”. Finito il conflitto a Saidian è stata riconosciuta l’invalidità di guerra, ma nell’intervista il giovane spiegava come non fosse sufficiente per costruirsi una vita. Il Primo ministro Benjamin Netanyahu, riferendosi all’incidente che ha coinvolto Saidian, ha promesso una riforma del sistema a tutela degli invalidi di guerra.
Serve un passo in avanti su questo fronte, sottolineano le diverse associazioni impegnate a dare un sostegno a ex soldati e vittime del terrorismo. Un messaggio ancor più significativo alla luce di Yom HaZikaron, in occasione del quale sono molti i momenti di raccoglimento a livello nazionale e non organizzati. Nelle scorse ore la Comunità ebraica di Milano ad esempio ha realizzato un incontro-testimonianza con alcuni famigliari di caduti, trasmesso sul canale UCEI. Alle 18.55 di questa sera inoltre l’ambasciata d’Israele in Italia organizzerà una cerimonia in streaming sulla sua pagina social.