Netanyahu e l’apertura a Bennett:
“Pronto a lasciargli la premiership” 

Il Primo ministro incaricato Benjamin Netanyahu ha ancora un giorno per riuscire a formare un governo. Scadute le 24 ore, in caso di insuccesso, Netanyahu dovrà rimettere l’incarico nelle mani del Presidente d’Israele Reuven Rivlin. Per questo ha deciso di premere sull’acceleratore e fare un’offerta importante al leader di Yamina, Naftali Bennett: sarà lui a guidare, almeno inizialmente, il prossimo governo d’Israele. “Ho detto a Bennett che sono disposto ad accettare la sua richiesta di un accordo di rotazione in cui lui servirà per primo come primo ministro per un anno. – ha scritto sui suoi profili social Netanyahu – I membri del partito Yamina entreranno nel governo e nella Knesset con ruoli importanti”. Il Primo ministro ha poi esortato il leader della destra nazionalreligiosa a firmare “oggi un accordo sulla formazione di un governo di destra, e a impegnarsi a non entrare in nessun altro governo. In un post di 10 giorni fa, – ha aggiunto Netanyahu – Bennett ha scritto che un governo di destra potrebbe essere formato se mi faccio da parte per il primo anno. Così mi sono fatto da parte. Ora è il suo turno”. A stretto giro è arrivata la risposta di Bennett, che suona come un rifiuto alla proposta del Premier incaricato. “Ho sentito ora l’offerta di Netanyahu, ma non è chiara. Non ho chiesto la premiership, ma un governo – e questo, purtroppo, non ce l’ha, perché [il capo del partito del Sionismo Religioso] Smotrich ha bruciato i ponti che portavano a un governo di destra”, la replica di Bennett, in riferimento al rifiuto del leader di estrema destra – Bezalel Smotrich – di entrare in un governo sostenuto dal partito arabo Ra’am. Nella sua risposta a Netanyahu, ha poi affermato di preferire ancora un governo di destra piuttosto che una coalizione con i partiti di centro e di sinistra e di essere disposto a fare compromessi. D’altro canto “Netanyahu non ha un governo e cerca di dare la colpa a Yamina” ha aggiunto Bennett, lasciandosi le mani libere per un accordo di unità nazionale con il blocco avverso al leader del Likud. “La cosa più distruttiva per Israele sarebbero altre elezioni”, la sua posizione.
Alla finestra c’è invece la guida di Yesh Atid, Yair Lapid, che attende la scadenza del mandato di Netanyahu per avere lui il pallino del gioco. “Tra un giorno, avremo due opzioni: un governo di unità israeliana buono, decente e funzionante, o le elezioni”, ha dichiarato Lapid. Secondo il leader centrista l’opzione dell’esecutivo di unità nazionale non è la soluzione perfetta “ma sarà un governo che si assumerà la responsabilità e si occuperà della gestione dello stato”. Alla domanda se è disposto a rinunciare al mandato per formare un governo, Lapid ha chiarito che non vi rinuncerà e che “la nostra proposta a Bennett non passerà inosservata se e quando il mandato passerà a me, non farò giochetti”.
Intanto il supervisore del governo israeliano Matanyahu Englman ha annunciato “una inchiesta speciale” sul disastro mortale del Monte Meron dove la settimana scorsa sono morti schiacciati dalla calca 45 ebrei ortodossi – e altri 150 sono rimasti feriti – in occasione della festa di Lag Ba-Omer. Englman – che è Controllore di Stato – ha detto che va esaminato “l’incidente per vedere se si poteva evitare”. Poi ha citato due rapporti degli anni scorsi che mettevano in guardia dai potenziali rischi per i pellegrinaggi sul Monte Meron. “L’inchiesta – ha proseguito – riguarderà anche gli aspetti legati alla responsabilità personale”. E si occuperà anche del processo decisionale di gestione del sito religioso di Monte Meron nel corso degli anni.