Yehuda, giovane vittima dell’odio

Yehuda Guetta, 19 anni, è l’ultima vittima del terrorismo palestinese. Il giovane è morto per le ferite riportate nel corso dell’attentato terroristico di domenica scorsa presso l’incrocio Tapuach, in Cisgiordania. Guetta stava aspettando assieme a due amici l’autobus, quando l’attentatore, avvicinatosi in auto, ha aperto il fuoco contro di loro. Ricoverato in ospedale in condizioni gravi, il giovane è morto nella notte. “Mando un abbraccio di coraggio, forza e preghiera per confortare la famiglia di Yehuda Guetta, ucciso in una sparatoria. Quanto dolore e sofferenza per una vita presa in questo modo…”. Le parole di cordoglio del Presidente d’Israele Reuven Rivlin. “Non resteremo in disparte – ha aggiunto Rivlin – mentre il terrore crudele rialza la testa, e combatteremo fino in fondo, con perseveranza e determinazione”. Ad esprimere la propria vicinanza alla famiglia Guetta in questo momento di lutto, anche l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
“Era un ragazzo molto talentuoso e intelligente. Faceva tutto velocemente, seriamente e con determinazione, con molto amore”, ha raccontato la madre di Yehuda Guetta, Milka, alla radio dell’esercito israeliano, aggiungendo che il giovane avrebbe voluto unirsi all’unità d’elite Shayetet 13. Nel raccontare il tragico giorno dell’attacco, la madre del giovane ha ricordato di aver ricevuto una chiamata dalla sorella che la avvertiva dell’accaduto e chiedeva se Yehuda fosse sul luogo. “Ho detto di no, probabilmente sta facendo l’autostop, sull’autobus, non mi risponde. La verità? Non pensavo che fosse lui, proprio no. L’ho chiamato, e non ha risposto; ho mandato un messaggio ‘chiama mamma urgentemente’, ho aspettato qualche secondo e non ha risposto. Ho chiamato di nuovo e ha risposto il pronto soccorso di Beilinson. ‘Sì Milka, è qui, vogliono che tu venga’”.
In ospedale è ancora ricoverato Benaya Peretz, 19 anni, di Beit She’an, colpito alla schiena nell’attacco e in condizioni molto gravi. Il terzo giovane coinvolto, Amichai Hala di Safed, anche lui 19 anni, è stato curato dalla ferite riportate e dimesso. “Stavamo parlando con alcuni ragazzi alla fermata dell’autobus quando improvvisamente ho sentito degli spari”, ha raccontato Hala. “Ci siamo subito sdraiati a terra e tutti gli altri hanno cercato di aiutare. Hanno iniziato immediatamente ad evacuare i feriti e poi ho visto che ero stato colpito da un proiettile alla schiena. Se fosse stato leggermente più a destra o a sinistra, le mie condizioni sarebbero state molto diverse”.
Il terrorista responsabile dell’attentato è stato catturato dalle forze di sicurezza israeliane dopo tre giorni di caccia all’uomo nella città palestinese di Silwad, situata a nord-est di Ramallah.