Israele, bersaglio dei razzi del terrore

Una pioggia costante di missili a colpire case, negozi, scuole, strade, auto. Tutti obiettivi civili messi nel mirino dai terroristi palestinesi di Gaza, che da ore stanno sparando contro Israele. A farne le spese, soprattutto il sud del Paese. Tra le più bersagliate, la città costiera di Ashkelon dove in queste ore due donne sono state uccise e diverse altre persone ferite da un razzo caduto sulla loro abitazione. In un’altra casa, sempre ad Ashkelon, per poco si è evitata la tragedia. “Il missile ha colpito la stanza del bambino, per fortuna lui non c’era. Io mi sono ritrovato per terra e non ricordo cosa sia successo”. La testimonianza di Edward Weinstock, che ha raccontato ai media come la fortuna abbia salvato il figlio dagli attacchi indiscriminati dei terroristi di Gaza. Lui è invece rimasto seriamente ferito al volto e al corpo. “Dopo l’esplosione, non ho visto in che condizioni fosse la casa. Non riuscivo ad aprire gli occhi”, il suo racconto. La moglie e i bambini hanno riportato ferite superficiali, oltre allo shock dovuto all’attacco. E così centinaia di altre famiglie, costrette a fuggire in pochi secondi nei bunker antimissile. Una situazione drammatica che molte voci dell’Italia ebraica in queste ore stanno evidenziando e su cui stanno richiamando l’attenzione dell’opinione pubblica. E mentre le sirene antimissile fanno da colonna sonora della quotidianità di migliaia di cittadini israeliani, le forze di sicurezza del paese stanno rispondendo alle minacce, colpendo strutture controllate dai gruppi terroristici di Hamas e Jihad islamica. Diversi uomini chiave dei due movimenti sono stati uccisi durante gli scontri. “Il capo di stato maggiore ha detto che l’esercito continuerà ad agire con determinazione per restituire la sicurezza ai residenti del sud e tutti i quartieri generali dovranno prepararsi per un conflitto più ampio, che non ha limiti di tempo”, una nota diffusa dall’esercito israeliano.
“Hamas ha ingannato se stessa pensando che la violenza possa raggiungere Gerusalemme o altre zone e non Gaza: già altre volte in passato ha sbagliato i calcoli e ha pensato di poter minacciare Israele, e come altre volte la violenza è ricaduta su di essa” ha sottolineato l’ambasciatore d’Israele in Italia Dror Eydar, parlando con la stampa italiana. “Hamas ha lanciato attacchi indiscriminati su donne, bambini e civili innocenti: se pensa che Israele rimanga a braccia conserte si sbaglia. Se pensa di poterci minacciare, vedrete i risultati nei prossimi giorni”, le parole dell’ambasciatore israeliano. Sull’aggressione da Gaza, il presidente dello European Jewish Congress, Moshe Kantor ha evidenziato come: “Nessun paese può permettere attacchi violenti di questo tipo contro i suoi cittadini e noi sosteniamo pienamente il governo israeliano nelle sue azioni difensive per liberarsi da queste minacce continue”. Per Kantor inoltre la comunità internazionale dovrebbe schierarsi al fianco d’Israele in questo scontro. Una linea condivisa, tra gli altri, dalla presidente della Comunità ebraica di Roma Ruth Dureghello che in una nota ha descritto la violenza palestinese di questi giorni come un pretesto “per deviare l’interesse dei media e della comunità internazionale sull’ennesimo rinvio dell’elezioni nei territori palestinesi e sull’incapacità di gestione dei leader palestinesi impegnati a spartirsi gli aiuti economici piuttosto che pensare alla condizione dei propri cittadini”. Dal mondo ebraico italiano diverse voci hanno espresso posizioni simili. Da Milano è arrivato ad esempio il comunicato del presidente Milo Hasbani, in cui si sottolinea la vicinanza della “la Comunità ebraica allo Stato ebraico in questo difficile momento, rinnovando la propria solidarietà al Paese”.