“Egitto, un alleato d’Israele
per garantire la pace”

Il Cairo si dimostra sempre più centrale nella mediazione tra Gerusalemme e Gaza per mantenere una tregua. Lo dimostra il viaggio del ministro degli Esteri israeliano Gabi Ashkenazi che ha incontrato la controparte egiziana, Sameh Shoukry, in un vertice durato diverse ore. Una missione che rappresenta anche un passo avanti nei rapporti tra i due Stati. Era dal 2008 infatti che un rappresentante d’Israele non si recava al Cairo in visita ufficiale.
“L’Egitto è un importante alleato regionale, impegnato nella sicurezza e nella stabilità, nel mantenimento e nell’espansione della pace nell’area” ha dichiarato Ashkenazi a conclusione della visita. Il capo della diplomazia israeliana ha poi affermato: “Tutti dobbiamo agire per impedire il rafforzamento degli elementi estremisti che minacciano la stabilità regionale, e per garantire il ritorno a casa delle persone scomparse e dei prigionieri detenuti da Hamas”. Sul tavolo delle trattative mediate dal Cairo con i terroristi di Hamas, Ashkenazi ha infatti messo la restituzione delle salme di due soldati israeliani e la liberazione di due prigionieri.
Rivolgendosi all’Autorità nazionale palestinese, il capo della diplomazia israeliana ha poi criticato la scelta di muovere contro il governo di Gerusalemme sia attraverso la Corte penale internazionale sia attraverso Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite. Per Ashkenazi queste iniziative rappresentano solo un danno per la possibilità di cooperazione futura. Dall’altro lato, è proprio l’Anp che gli Stati Uniti voglio tornare a rafforzare. Il Segretario di Stato Usa Antony Blinken ha esplicitato la sua intenzione di lavorare affinché sia Ramallah a gestire gli aiuti per Gaza e che i finanziamenti per la ricostruzione della Striscia non dovranno essere utilizzati per rafforzare i terroristi di Hamas.
Nelle discussioni tra funzionari israeliani ed egiziani, riportano le agenzie, si è parlato di una serie di misure che permetterebbero l’ingresso di materiali, elettricità e carburante a Gaza, così come la possibile espansione dello spazio marittimo concesso ai pescatori della Striscia.