“Con Iran, Usa non ripetano errore
dell’accordo del 2015″ 

L’attuale accordo sul nucleare ha fallito in diversi punti. Ha consentito agli iraniani di fare significativi progressi nella qualità e quantità delle centrifughe e nell’ammontare dell’uranio arricchito. Si è rivelato insufficiente sotto il profilo della supervisione dello sviluppo dell’arma nucleare. Non ha previsto un argine alla corsa all’armamento iraniano sul fronte del suo arsenale balistico. Questo deve cambiare. Almeno questo quanto ha chiesto, secondo un comunicato dell’esercito israeliano, il capo di Stato maggiore Aviv Kochavi in visita al Pentagono. In questo incontro, arrivato a pochi giorni dall’elezione in Iran del ultraconservatore Ebrahim Raisi, Kochavi ha ribadito la posizione ufficiale dell’intelligence israeliana: no al ritorno Usa all’accordo del 2015 sul nucleare. Un ritorno a cui Washington sta lavorando in questi mesi a Vienna, ma con la porta aperta ad alcune modifiche.
Kochavi, si legge nella nota, “ha spiegato la minaccia rappresentata dal ritorno all’accordo originale e ha sottolineato che dovrebbero essere adottate tutte le misure necessarie per impedire all’Iran di raggiunge capacità militari nucleari”. La visita di Kochavi negli Usa anticipa di una settimana quella del Presidente israeliano Reuven Rivlin, che si recherà a Washington per incontrare il Presidente Joe Biden. Rivlin, concludendo il suo mandato, sarà anche il primo alto politico israeliano ad incontrare Biden dalla sua entrata in carica nel gennaio scorso. Un vertice atteso in Israele, al centro di un incontro preparativo tra lo stesso Rivlin e il Primo ministro Naftali Bennett. Una fonte vicina al Premier, parlando con il Jerusalem Post, ha spiegato che il Presidente israeliano presenterà le istanze di Gerusalemme in merito a diversi temi. Oltre all’Iran, questione su cui sarà ribadita la posizione espressa da Kochavi, anche il conflitto con i palestinesi. “Rivlin può trasmettere a Biden e a chiunque altro sia rilevante che siamo a bordo per ridurre il conflitto, ma non devono pressarci troppo sulla questione”, ha detto la fonte al sito israeliano. “Non stiamo nascondendo i palestinesi sotto il tappeto, ma abbiamo un approccio diverso. Ci concentreremo sulle vittorie, cose di cui tutti possiamo beneficiare, invece di prendere posizioni passate che non hanno fatto nulla per i palestinesi, gli israeliani o gli americani”.