“Israele, non è il momento di volare” Porte ancora chiuse al turismo
Avrà ricadute economiche importanti la decisione delle autorità israeliane di posticipare ulteriormente l’apertura ai turisti del paese. Era prevista per il 1° agosto, ma la preoccupazione per le varianti del Covid-19 ha fatto cambiare idea al governo. “Stiamo posticipando l’inizio dell’ingresso dei turisti vaccinati. Non accadrà il 1° agosto, e vedremo più tardi quando potrà effettivamente avvenire. Lo scoppio della morbilità in tutto il mondo e nel nostro paese non permette l’apertura al turismo, purtroppo”, le parole del direttore generale del ministero della Salute israeliano, Nachman Ash. Un provvedimento figlio del costante aumento dei contagi da Covid-19 nel paese, legato soprattutto alla variante Delta. Così mentre la Gran Bretagna, tra molte polemiche e contestazioni da parte del mondo scientifico, celebra il Freedom Day – la caduta di tutte le misure restrittive – Israele sceglie per il momento di non rischiare e chiude ancora le porte all’ingresso dei non cittadini (salvo alcune specifiche eccezioni). E chiede ai propri di evitare di andare all’estero se non strettamente necessario, anche se vaccinati. “Questo non è il momento di volare all’estero”, la perentoria affermazione di Ash, che ha poi evidenziato come chi viaggia rischia di “portare qui virus e varianti, anche nuove e forse più pericolose. Continueremo a rafforzare il controllo sulla politica dei voli nelle prossime settimane, e valuteremo come estendere la nostra protezione contro l’arrivo di varianti dall’estero”.
Il numero delle partenze per il momento però non è diminuito. Nelle ultime 24 ore, secondo il sito economico israeliano Globes, sono stati 38mila gli israeliani partiti dall’aeroporto Ben Gurion. “Penso che la gente sia stanca di stare a casa, stanca di queste restrizioni. Le persone hanno un po’ perso la paura. Sentiamo che tutto questo è già alle nostre spalle”, ha detto al sito di notizie Ynet un passeggero in attesa di partire dal Ben Gurion.
Dallo scorso fine settimana intanto tutti i passeggeri sono tenuti a stare per 24 ore in isolamento al ritorno in Israele. Almeno fino al momento della ricezione di esito negativo del test per il Covid-19 che viene effettuato subito dopo l’atterraggio.
In generale, il governo sta valutando di ripristinare il sistema del green pass e reintrodurre misure per contenere i contagi. “Il nostro obiettivo è quello di stabilire linee guida ragionevoli, accanto a un’applicazione aggressiva ed efficace contro i trasgressori”, ha detto il Primo ministro Naftali Bennett nella riunione del governo di inizio settimana. “Chiunque violi le linee guida mette in pericolo la sua salute e quella del resto dei cittadini d’Israele. Non lo permetteremo. La variante Delta si sta diffondendo in tutto il mondo; l’attuazione delle norme sul campo è un elemento critico nella lotta contro la pandemia per sconfiggere la mutazione”.