“Cambiamento climatico, minaccia strategica”
Incendi dalla Sardegna alla Grecia, da Israele all’Australia mentre il termometro segna un caldo da record. Piogge torrenziali e alluvioni che colpiscono indistintamente la Germania, il Nord Italia fino alla Cina. I disastri naturali si stanno intensificando, sono “inequivocabilmente dovuti alle attività umane” e sono “senza precedenti”. È quanto dichiarano nel loro ultimo rapporto gli scienziati dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) dell’ONU, il principale organismo internazionale per la valutazione dei cambiamenti climatici. “Molti di questi cambiamenti sono senza precedenti in migliaia, se non centinaia di migliaia di anni, e alcuni tra quelli che sono già in atto, come il continuo aumento del livello del mare, sono irreversibili in centinaia o migliaia di anni”, si legge nel report, che rappresenta, nelle parole del segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, un “codice rosso per l’umanità”. Un allarme condiviso da diversi governi, tra cui Israele. Il paese proprio in queste settimane è stato investito da un’ondata di caldo ben sopra alle medie stagionali e allo stesso tempo si è impegnato ad aiutare la vicina Grecia, tutt’ora in piena emergenza incendi. “Questo inferno ha un nome: la crisi climatica. E non andrà da nessuna parte”, le parole della ministra dell’Ambiente d’Israele Tamar Zandberg, che ha commentato in questo ore il report Onu. “I punti principali del rapporto dimostrano al di là di ogni dubbio che l’intensità e l’urgenza della crisi climatica non possono più essere negate. Soprattutto, la connessione tra azioni umane e cambiamento climatico non può essere negata o messa in discussione”, l’analisi di Zandberg, leader del partito Meretz, che già da alcune settimane si è impegnata a fare in modo che il governo israeliano riconosca come “una minaccia strategica la crisi climatica”. In un suo documento inviato al Premier Naftali Bennett, Zandberg avvertiva che le temperature in Israele sono sulla buona strada per aumentare fino a quattro gradi entro il 2050 rispetto al 1950. “È tempo di agire velocemente per ridurre le emissioni di gas serra da un lato – la sua valutazione – e per prepararsi meglio agli inevitabili effetti del cambiamento climatico dall’altro”. Il bilancio statale biennale approvato dal governo di Gerusalemme la scorsa settimana include per la prima volta uno stanziamento speciale di 625 milioni di shekel (quasi 165 milioni di euro) per combattere il cambiamento climatico.
In questa direzione va letta la decisione di fissare degli obiettivi che ridurranno le emissioni di gas serra per tutti i principali settori dell’economia israeliana in termini assoluti. “Il governo è ora impegnato a raggiungere un obiettivo di riduzione delle emissioni del 27% entro il 2030 e una riduzione dell’85% entro il 2050, rispetto alle emissioni nazionali previste nel 2015”, ha annunciato di recente Zanberg.
dr