“Regime che non rispetta la Shoah” Israele, è scontro con la Polonia
Il governo d’Israele ha deciso per una strategia dura contro la Polonia. Nonostante le pressioni, il presidente polacco Andrej Duda ha infatti firmato la controversa legge che ostacola restituzioni e risarcimenti dei beni sequestrati durante e dopo la guerra agli ebrei polacchi. “Oggi la Polonia si è trasformata in un paese antidemocratico e illiberale che non rispetta la più grande tragedia della storia umana”, il commento senz’appello del ministro degli Esteri israeliano Yair Lapid, che ha definito la norma “antisemita e immorale”. La legge, adottata dal parlamento polacco, ha modificato la legislazione esistente e imposto un limite di tempo di 30 anni per i ricorsi legati alle restituzioni. Ricorsi già molto difficili a causa dell’assenza in Polonia, come spiegava a Pagine Ebraiche il giornalista Konstanty Gebert, di una normativa dettagliata su risarcimenti e restituzioni dei beni sottratti durante la Shoah e nel periodo comunista.
Alle critiche d’Israele e Stati Uniti, Duda ha replicato affermando che la legge è “un passo giusto”. Secondo il presidente polacco, questo emendamento pone fine “all’era del caos giuridico, delle mafie della ri-privatizzazione, all’incertezza di milioni di polacchi e alla mancanza di rispetto dei diritti fondamentali dei cittadini del nostro paese”. Nessun passo indietro dunque, anzi un rilancio, a cui Israele ha replicato con estrema durezza. Oltre al richiamo del suo ambasciatore, il ministero degli Esteri ha raccomandato all’attuale ambasciatore polacco in Israele di “rimanere in vacanza nel suo paese”. “Questo tempo dovrebbe essere usato per spiegare al popolo polacco il significato della Shoah per i cittadini d’Israele, – le dichiarazioni di Lapid – e la misura in cui ci rifiuteremo di tollerare qualsiasi disprezzo per la memoria della Shoah e delle sue vittime. Non finirà qui. Stiamo tenendo discussioni con gli americani per coordinare la nostra futura risposta”. Proprio la strategia congiunta con gli americani potrebbe avere il peso maggiore, soprattutto su una Polonia che Gebert descrive come la “nazione più pro-americana d’Europa”. Secondo l’ex attivista di Solidarnosc e membro della Comunità ebraica polacca, lo scontro in atto tra Varsavia e Washington sulla legge sulle restituzioni e su altre leggi liberticide potrebbe far perdere molto terreno al partito al potere Diritto e Giustizia. “L’idea di fare la guerra a tutti, anche all’amica America, non è molto popolare in Polonia”. E su questo il governo si è disunito, con le elezioni anticipate sempre più probabili. “Il risultato può essere un rafforzamento del centro”, aggiunge Gebert. “Ma può anche essere uno spostamento ulteriore a destra. Per questo io non sono ottimista”.