Rav Kanievsky agli insegnanti: “A scuola solo se vaccinati”
Da Roma a Gerusalemme, la riapertura delle scuole in sicurezza è un tema in cima all’agenda dei diversi governi. Per Israele la data di inizio dell’anno scolastico è fissata a Primo settembre, ma ci sono ancora diverse incognite da affrontare. In particolare, visto l’alto numero di contagi di queste settimane registrato nel paese, l’impegno è a vaccinare il maggior numero possibile di studenti. Tanto che l’esecutivo ha introdotto la possibilità di ricevere il vaccino anche a scuola e durante gli orari di lezione. Non sono però solo gli studenti a preoccupare: c’è ancora un 15 per cento di insegnanti, comunica il ministero dell’Istruzione, che non ha ancora ricevuto neppure una dose. A loro si è rivolto rav Chaim Kanievsky, punto di riferimento del mondo haredi. In particolare il rav ha dichiarato che agli insegnanti non vaccinati dovrebbe essere vietato di poter insegnare nelle scuole religiose. Scuole che peraltro hanno già aperto da alcune settimane. “Gli insegnanti e gli educatori che non sono stati vaccinati non devono venire a insegnare”, le parole di rav Kanievsky, riportate dai quotidiani israeliani. “I vaccini sono una manna dal cielo e devono essere presi per evitare Bitul Torah (perdere tempo che potrebbe essere speso per studi religiosi) e malattie”, ha dichiarato Kanievsky incontrando il commissario per la lotta alla pandemia Salman Zarka. Quest’ultimo aveva espresso al rav la preoccupazione che il personale docente non vaccinato possa essere infettato dal virus e causare nuovi focolai, in particolare dovendo lavorare a stretto contatto con bambini non vaccinati. Da qui la replica sul divieto agli insegnanti di recarsi a scuola se non vaccinati.
Parlando con l’emittente Kan, il direttore generale del ministero dell’Istruzione Yigal Slovik ha detto che un insegnante non vaccinato che rifiuta di essere testato “dovrebbe stare a casa senza essere pagato”. Un’opzione difficilmente praticabile, contro cui le associazioni degli insegnanti hanno già dichiarato che faranno ricorso in tribunale.
Il piano di riapertura delle scuole prevede che i minori di 12 anni portino un’autorizzazione dei genitori per eseguire un test Covid-19 il primo giorno di scuola. Nel caso in cui una scuola si trovi in una zona rossa – ovvero con un alto tasso di contagi – nel caso in cui la percentuale di studenti vaccinati sia inferiore al 70 per cento, l’intera classe dovrà seguire le lezioni a distanza.