Conferenza di Durban
l’Italia non partecipa

“Durban rappresenta il nuovo antisemitismo. Uno spazio in cui vent’anni fa si diceva di essere a favore dei diritti umani, ma in realtà si propugnava l’odio contro Israele, si contestava l’esistenza stessa dello Stato ebraico, si rifiutava agli ebrei il diritto ad avere una nazione come gli altri popoli. Durban non è una conferenza in cui si può discutere e parlare. È un reattore nucleare dell’antisemitismo in tutto il mondo e per questo ci aspettiamo che l’Italia segua Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna, Germania e dichiari che non parteciperà”. L’appello dell’ambasciatore d’Israele in Italia Dror Eydar, rilanciato in un’intervista a Pagine Ebraiche, è stato accolto in queste ore dal governo italiano che, attraverso fonti diplomatiche, ha fatto sapere che non prenderà parte, il 22 settembre prossimo, all’incontro organizzato a New York per celebrare il ventennale dalla Conferenza di Durban. Un esito accolto con favore dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane che, come l’ambasciata israeliana, si era mobilitata per chiedere all’Italia di non partecipare all’incontro. Un’iniziativa definita dal Presidente d’Israele Isaac Herzog come “un raduno di odio e calunnie, un evento antisemita della peggior specie”. Per questo, Stati Uniti, Germania, Francia, Gran Bretagna e altri Paesi avevano già annunciato di volerlo disertare. Nelle ultime ore, alla lista di chi non parteciperà, si è aggiunta anche l’Italia. 
“Ci sono differenze tra i Paesi. Ognuno è libero di discutere e criticare, ma non può essere ammessa alcuna tolleranza verso la delegittimazione del diritto di Israele a esistere in quanto stato ebraico e democratico. Non partecipare alla conferenza di quest’anno equivale a una dichiarazione morale a non abusare dell’argomento dei diritti umani per perpetrare odio e antisemitismo, i quali sono l’esatto contrario di ciò che Durban si propone di combattere”, ha sottolineato l’ambasciatore d’Israele in una nota diffusa in queste ore. “Nel rinnovare i miei auguri per il Capodanno ebraico, il mio auspicio affinché il nuovo anno sia esente da ogni forma di violenza fisica e verbale condotta in nome dell’odio verso gli ebrei e verso Israele”, il commento di Eydar.
La dichiarazione approvata dai paesi partecipanti alla conferenza di Durban del 2001 accusava esplicitamente solo un paese di razzismo: Israele. In una precedente bozza si paragonava il sionismo al razzismo; nessun altro movimento politico-nazionale era menzionato. Nel corso di quell’incontro, vi fu chi rilanciò le bugie antisemite dei Protocolli degli Anziani di Sion. Comparvero volantini che dicevano che il mondo sarebbe un posto migliore se Hitler avesse vinto la seconda guerra mondiale. Il forum delle Ong collegato alla conferenza è considerato l’inizio del movimento anti-israeliano di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BDS) e il luogo in cui l’accusa di “Israele apartheid” è stata resa popolare. Come ricorda tra gli altri il Jerusalem Post, la seconda Conferenza di Durban, nel 2009, fu occasione per l’allora presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad di negare la Shoah, definendola una “questione ambigua e dubbia” e un “pretesto” per l’oppressione israeliana dei palestinesi.