“L’Iran continua a minacciare,
ma perderà questa battaglia”

A due anni dall’eliminazione del generale Qassem Soleimani, tra gli architetti dell’aggressiva espansione militare iraniana in Medio Oriente, il regime di Teheran continua a minacciare l’area. Lo dimostrano i tre attacchi compiuti nell’anniversario dell’uccisione di Soleimani con bersagli molto diversi. Nello stesso giorno, c’è stato il sequestro di una nave emiratina da parte dei ribelli Houti. Il lancio di due droni contro l’aeroporto internazionale di Baghdad nell’area dove si trova una base statunitense. L’hackeraggio del sito quotidiano israeliano Jerusalem Post. Tre eventi che dimostrano la strategia di Teheran di mantenere alta la tensione, proprio mentre i suoi emissari sono tornati a Vienna al tavolo dei negoziati sul nucleare. L’obiettivo è dimostrare forza alle diverse controparti attraverso aggressioni e minacce. E in questa chiave è da leggere anche l’attacco social del ministro degli Esteri iraniano Hossein Amirabdollahian contro Israele. “Il sionismo non ha posto nel futuro del mondo”, ha scritto Amirabdollahian, attaccando in particolare il ministro degli Esteri di Gerusalemme Yair Lapid, che di recente aveva ribadito come Israele sia pronta a intervenire militarmente per fermare l’Iran. “Il regime estremista iraniano minaccia Israele di annientamento, ma continuerà a perdere questa battaglia. La loro leadership fallita sta distruggendo l’Iran dall’interno. Nelle parole del poeta iraniano Saadi: ‘Colui la cui essenza è il male, rimarrà per sempre tale’”, la replica di Lapid. “Gli iraniani – ha proseguito il ministro – dovrebbero sapere che è il loro regime che sta rendendo la loro vita miserabile. Lo Stato d’Israele è forte e non permetterà che venga fatto del male ai suoi cittadini”.

Lapid in precedenza si è detto soddisfatto dei risultati ottenuti dalla diplomazia israeliana in chiave anti-Iran. “L’attenzione del mondo è rivolta ai colloqui di Vienna. Sentiamo che siamo riusciti a far sì che il mondo ci ascolti e che si riferisca a questa questione come critica”, le sue parole in conferenza stampa in riferimento alla corsa al nucleare di Teheran. “Siamo ora in una guerra di trincea per ottenere piccole conquiste, per mantenere viva questa questione, conservando la nostra libertà d’azione, non facendo noi parte di questo accordo”.