Miriam Naor (1947-2022)

“Israele può essere orgogliosa dell’indipendenza della sua magistratura, che non teme altro che la legge. L’indipendenza giudiziaria, tuttavia, non deve essere data per scontata. Dobbiamo proteggerla”. Sono le parole con cui la giudice Miriam Naor si era congedata nel 2017 dal suo ruolo di Presidente della Corte Suprema israeliana. “Un gigante del mondo legale d’Israele” l’ha definita nelle scorse ore il Presidente Isaac Herzog, esprimendo il proprio cordoglio per la morte di Naor. Per quattordici anni giudice dell’Alta Corte, per il Procuratore Generale Avichai Mendelblit rappresentava “un faro di giustizia, saggezza e valori”.
“La sua impressionante eredità nel promuovere il dialogo e mantenere la separazione dei poteri, nel suo impegno per una società giusta ed equa in Israele e nel portare avanti i valori di verità e giustizia, rimarrà con noi per sempre”, le parole di Mandeblit.
Naor in queste ore viene ricordata dai quotidiani israeliani come una giudice moderata, che si era allontana dal deciso attivismo di quello che considerava il suo maestro, Aharon Barak. “Era un’attivista moderata in quanto era pronta a dichiarare incostituzionali anche importanti politiche governative. – sottolinea il Jerusalem Post – Ma per lo più rinviava allo stato su qualsiasi questione di sicurezza e spesso anche su questioni politiche controverse”.
Nel corso degli anni, Naor ha fatto parte di diverse sentenze storiche. “Era presente quando la corte ha annullato una legge per mantenere i richiedenti asilo in detenzione, – ricorda Haaretz – ed è stata l’autrice della sentenza che dichiara che il progetto governativo di esenzione dalla leva per gli studenti della yeshiva deve essere annullato. Ha anche stabilito che Israele dovrebbe riconoscere la conversione non ortodossa all’ebraismo”.
Dall’altro lato, la giudice, apprezzata sin da giovane per la sua professionalità e competenza, aveva fatto parte di una commissione che ha apportato diverse strette nei confronti dei palestinesi sospettati di terrorismo.
Quando era giudice della corte distrettuale, aveva condannato il fondatore del partito Shas, Arye Deri, al carcere per corruzione così come i capi di diverse banche locali per reati contro il patrimonio.
Entrata nel 2003 ufficialmente tra i membri della Corte Suprema, aveva più volte difeso l’operato dei colleghi e il suo dalle critiche della politica. In particolare dall’accusa da destra di prendere decisioni troppo vicine al mondo progressista. “Proteggeremo la Corte Suprema a nome dei cittadini e dei residenti di Israele e per il bene della nostra democrazia. – aveva detto Naor nel 2015 – Come dice spesso il mio maestro e amico Aharon Barak, se vogliamo avere una democrazia dobbiamo lottare per essa, perché se non proteggiamo la nostra democrazia, essa non ci proteggerà”.