Guidare la procura generale d’Israele Gali Baharav-Miara verso la nomina
Il ministro della giustizia israeliano Gideon Sa’ar ha fatto la sua scelta rispetto a chi nominare prossimo procuratore generale del paese. Per lui l’incarico deve essere affidato all’ex procuratore distrettuale di Tel Aviv per gli affari civili Gali Baharav-Miara. Un nome che ha già incassato l’appoggio del Primo ministro Naftali Bennett, ma che deve ancora essere confermato. Nel caso, Baharav-Miara diventerebbe la prima donna a ricoprire questo incarico molto delicato e importante all’interno dell’ordinamento israeliano. “Sarebbe una svolta appropriata”, ha dichiarato Sa’ar. “Ma propongo di nominare l’avvocato Baharav-Miara non per questo motivo, ma perché è la candidata migliore, più matura, più degna, e possiede il background professionale e manageriale necessario”.
A dare il definitivo via libera alla nomina di Baharav-Miara sarà il Consiglio dei ministri a inizio settimana. Con un semaforo verde, l’ex procuratrice distrettuale andrebbe a ereditare da Avichai Mandelblit uno dei ruoli più delicati della democrazia israeliana.
Le funzioni del procuratore generale israeliano si dividono in quattro ruoli: dirigere l’azione penale; rappresentare il governo nelle sue controversie; agire come consulente dell’esecutivo; e rappresentare l’interesse pubblico.
In particolare, sul fronte penale è autorizzato a decidere se presentare o meno un atto d’accusa. Può decidere in se proseguire un’indagine avviata dalla polizia o chiudere il fascicolo. Ha facoltà di richiedere l’estensione della detenzione di una persona arrestata da parte di un tribunale per un periodo superiore a 30 giorni. Rispetto alla politica, può chiedere che l’immunità di un particolare membro della Knesset venga revocata. È inoltre autorizzato a fornire rappresentanza e ad argomentare in qualsiasi procedura legale che, a suo parere, coinvolge una questione di interesse pubblico. In queste azioni, il Procuratore Generale ha autorità esclusiva e le sue decisioni possono essere annullate solo dalla Corte Suprema, attraverso petizioni ad essa presentate.
In materia penale, tra i temi più delicati che il nuovo procuratore generale si troverà davanti c’è il caso Netanyahu. Ovvero dovrà decidere se e come procedere con i negoziati per un possibile patteggiamento nei tre processi che coinvolgono l’ex Primo ministro d’Israele. Gli avvocati di Netanyahu avevano iniziato a negoziare l’accordo con Mandelblit e ora al successore spetterà proseguire o interrompere questo percorso.