“Mediazione israeliana con Mosca più importante delle armi”
“Il nostro governo vede Gerusalemme come un possibile luogo di negoziazione con la Russia”. Ad affermarlo in queste ore l’ambasciatore ucraino in Israele Yevgen Korniychuk. Parole pronunciate in una conferenza stampa in cui il diplomatico di Kiev ha ringraziato “il governo israeliano per i suoi sforzi di mediazione tra noi e la Russia. È importante anche se le probabilità di riuscita sono basse. È più importante delle armi”.
Il Primo ministro israeliano Naftali Bennett è volato di sabato per incontrare il presidente russo Vladimir Putin e ha poi proseguito il suo viaggio per Berlino per aggiornare il cancelliere Olaf Scholz. “Il fatto stesso che il primo ministro sia partito durante lo Shabbat per parlare di pace è senza precedenti”, le parole di ringraziamento dell’ambasciatore Korniychuk. Quest’ultimo ha paragonato l’invasione russa del suo paese alla guerra dello Yom Kippur del 1973, in cui Israele ha affrontato “un nemico con armi molto più grandi e più forti”. E in merito alle forniture di armi richieste da Kiev a Israele, il diplomatico ha affermato di capire le difficoltà d’Israele nell’inviarle. Poi però ha aggiunto di non comprendere il blocco sugli elmetti. Ponendosene uno in modo dimostrativo in testa, Korniychuk ha mandato un messaggio ai ministri israeliani: “Di cosa hanno paura? Di fornire sicurezza personale agli ucraini?”. Interrogativi che mostrano la complessa situazione in cui si trova Israele, che ha scelto la via della mediazione. Pur condannando esplicitamente l’invasione russa, ha mantenuto un canale aperto con Mosca, a differenza di molti paesi occidentali. E ora lavora per mantenere un equilibrio diplomatico, come dimostrano i voli a Mosca di Bennett e le sue ripetute telefonate con il presidente ucraino Zelensky. A cui aggiungere il vertice in Lettonia di queste ore tra il ministro degli Esteri Yair Lapid e il capo della diplomazia Usa Antony Blinken.
In Israele intanto analisti e opinionisti si chiedono si interrogano sul ruolo di Bennett e del suo governo nel conflitto. Se la sua scelta di provare a fare da mediatore con la Russia sia opportuna. “Il desiderio del Primo Ministro è benedetto e nobile”, la riflessione della firma di Yedioth Ahronot Nadav Eyal. Soprattutto perché diretto a “fermare i combattimenti e le uccisioni di massa di civili”. Dall’altro lato il rischio è che il presidente russo Putin, afferma Eyal, stia usando Bennett per legittimare il suo operato. Si stia dimostrando aperto a possibili negoziati solo per continuare con la brutale aggressione all’Ucraina. “Putin sta usando uno stratagemma. – l’opinione di Yair Navot, esperto israeliano di Est Europa – Va tenuto presente che sta approfittando della volontà del Primo ministro Bennett di aiutare tutti per creare un’apparenza di immediata disponibilità ai negoziati. Intanto le forze militari russe continuano a muoversi, anche se incontrano notevoli difficoltà e resistenze, per raggiungere i loro obiettivi – Kiev e Odessa – anche se richiederà più tempo del previsto”. Pe Anshel Pfeffer Bennett ha fatto “la cosa giusta” a recarsi a Mosca perché un tentativo per un cessate il fuoco andava fatto. Ma evidenzia come “Putin non è disposto a far vivere l’Ucraina in modo pacifico e indipendente ai confini della Russia”. Per cui ogni negoziazione parte già quasi fallita.