“Progresso, tolleranza, sicurezza È tempo di un nuovo Medio Oriente”
“Quello che stiamo facendo qui è fare la storia, costruire una nuova architettura regionale basata sul progresso, la tecnologia, la tolleranza religiosa, la sicurezza. Questa nuova architettura intimidisce e dissuade i nostri nemici comuni, primo fra tutti l’Iran e i suoi alleati”. In poche parole il ministro degli Esteri Yair Lapid ha riassunto il significato del vertice organizzato a Sde Boker, nel Negev, con la storica partecipazione dei ministri degli esteri di Marocco, Egitto, Bahrein, Stati Uniti ed Emirati Arabi Uniti. Con i ministri al suo fianco, Lapid ha aperto ricordando l’attentato terroristico di Hadera, dove due agenti della polizia israeliana sono stati uccisi da due terroristi legati all’Isis. Non ci faremo intimidire, il messaggio di Lapid. “Continueremo sul nostro cammino, il cammino della pace”, ha detto. “Non sono solo in questo, tutti qui condividono questo sentimento”. Le parole degli altri alti diplomatici presenti hanno confermato questa affermazione, con l’unanime condanna dell’attacco terroristico di Hadera. “Oggi stiamo aprendo una porta davanti a tutti i popoli della regione, compresi i palestinesi, e offriamo loro di sostituire la via del terrore e della distruzione con un futuro condiviso di progresso e successo”, la porta aperta da Lapid alla leadership palestinese.
“Solo pochi anni fa questo incontro sarebbe stato impossibile da immaginare”, il commento del segretario di Stato americano Anthony Blinken. Dopo la firma degli accordi di Abramo tra Israele, Emirati e Bahrein, ha ricordato Blinken “cose una volta impossibili sono diventate possibili”. Per il capo della diplomazia Usa gli Accordi lasciano aperta la questione palestinese, a cui rimane necessario mettere mano e di cui si è discusso nel vertice del Negev. Sul fronte della minaccia del regime di Teheran, che preoccupa tutti i paesi presenti a Sde Boker, Blinken ha ribadito: “affronteremo le minacce comuni, compreso l’Iran e i suoi affiliati”.
Il ministro degli Esteri degli Emirati Abdullah bin Zayed, guardando il collega egiziano, ha sottolineato il tempo perduto. Ha ricordato come siano passati quarantatre anni dalla firma dell’accordo di pace tra Israele ed Egitto. Quasi mezzo secolo che poteva essere usato per “conoscersi e cambiare la narrazione”. È tempo, ha detto, di farlo ora. “Stiamo cercando di seguire il passo dell’Egitto per costruire un futuro migliore e prospero”.
Per Abd a-Latif a-Ziani, rappresentante del Bahrein, la necessità di cooperare è diventata più urgente a causa dei recenti sviluppi nella regione, tra gli attacchi dei ribelli Houthi, le minacce di organizzazioni terroristiche come Hezbollah e l’esigenza di una soluzione alla questione nucleare iraniana. “Dimostreremo all’intera regione cosa si può ottenere attraverso il lavoro congiunto, e come possiamo affrontare le minacce comuni in un modo che non era possibile in passato”.