Yom HaAtzmaut 5782
“Israele, casa di tutti”

Dalla lotta contro la violenza sessuale a quella contro l’odio e il terrorismo, dall’impegno verso gli ebrei ucraini alla tutela delle sue minoranze. Come da tradizione, l’onore di accendere le torce che aprono in Israele la festa dell’Indipendenza è stato affidato a uomini e donne simbolo della sua società e delle sue sfide. E così a salire sul Monte Herzl di Gerusalemme per dare via al 74esimo Yom HaAtzmaut (Giorno dell’Indipendenza) si sono alternate i volti e le storie di Elizaveta Sherstuk, rappresentante degli ebrei ucraini, impegnata dall’inizio dell’invasione russa ad aiutare i suoi connazionali a fuggire dalla guerra. Del rabbino Kalman Samuels, che ha fondato Shalva, un’organizzazione che aiuta le persone con disabilità. Di Yael Sherer, una delle principali attiviste per la difesa delle vittime di violenza sessuale. Di Mounir Madi, che dirige un’accademia nel nord d’Israele per giovani drusi ed ebrei. Ad accendere la simbolica torcia anche i genitori di Shira Banki, uccisa da un estremista nel 2015 mentre marciava nella parata del Pride di Gerusalemme. “Accendiamo la torcia in nome di coloro che scelgono di insegnare ciò che è buono, piuttosto che condannare ciò che è cattivo, che lavorano per avvicinare le persone e non allontanarle, collegando e non separando, riparando e non vendicandosi”. Parole in cui è riecheggiato anche il messaggio di Mickey Levy, presidente della Knesset, a cui come da tradizione è affidato l’intervento inaugurale. Parlando del passaggio dal dolore di Yom HaZikaron alla gioia di Yom HaAzmaut, Levy ha sottolineato come questi siano momenti in cui il paese riesce “a non lasciare che nessuna divisione si frapponga tra noi. E se abbiamo potuto farlo ieri, e possiamo farlo domani, credo che possiamo riuscire a farlo ogni giorno. Scegliere di vedere il bene nell’altro, scegliere di illuminare i volti della gente, scegliere la collaborazione invece della divisione, stare insieme in questa casa per tutti noi”.
Migliaia le persone ad ascoltarlo dopo due anni di pandemia in cui la cerimonia si era tenuta in forma ristretta. E in queste ore tutto il paese è in festa con iniziative, cerimonie e i tradizionali barbecue di Yom HaAtzmaut a celebrare i settantaquattro anni di indipendenza.
Per l’occasione, molti i messaggi di saluto e augurio arrivati dai leader mondiali. “Sono onorato di inviarvi i migliori auguri del popolo degli Stati Uniti d’America per il 74° compleanno dello Stato di Israele”, le parole del Presidente Usa Joe Biden. “Una lunga e stretta amicizia tra i nostri paesi è iniziata nel momento in cui gli Stati Uniti sono diventati il primo paese al mondo a riconoscere Israele come uno stato indipendente, appena 11 minuti dopo la sua fondazione”, ha evidenziato l’inquilino della Casa Bianca. “La partnership tra Israele e Stati Uniti è stata indispensabile per gli Stati Uniti, e credo anche per Israele. I nostri legami sono indissolubili, e sono orgoglioso di stare al fianco d’Israele oggi e sempre”. Tra i soldati premiati dal Presidente d’Israele Isaac Herzog durante la cerimonia di Yom HaAtzmaut anche un giovane ebreo romano: Daniele Pavoncello.