“Italia e Israele, insieme nell’agricoltura
per garantire la sicurezza alimentare”

Lavorare per garantire la sicurezza alimentare a livello globale. Allo stesso tempo implementare un sistema produttivo sempre più sostenibile ed efficiente. Obiettivi ambiziosi, condivisi da Italia e Israele che vogliono diventare, insieme, un punto di riferimento internazionale nel settore agroalimentare. E vogliono farlo a partire da Napoli, dove in queste ore i due paesi hanno lanciato la conferenza “Techagriculture: l’agricoltura incontra l’innovazione”. Una tre giorni – organizzata da Confagricoltura e dall’ambasciata di Israele in Italia, in collaborazione con l’Università Federico II e il Comune di Napoli, con il patrocinio di tre ministeri, Affari esteri, Sud e Agricoltura – dedicata a sviluppare nuove e concrete collaborazioni, con la condivisione dei rispettivi know how in primo luogo tra le aziende dei due paesi. Ma con lo sguardo rivolto oltre i rispettivi confini, come hanno voluto evidenziare le autorità intervenute all’incontro. Tra loro, il capo della diplomazia italiana Luigi Di Maio, la ministra per il Sud e la coesione territoriale Mara Carfagna e il ministro per le Politiche agricole Stefano Patuanelli. Richiamando gli oltre vent’anni di collaborazione tra Italia e Israele, Di Maio ha evidenziato “i reciproci vantaggi già ottenuti e le potenzialità della cooperazione italo-israeliana nei settori ad alto contenuto tecnologico, tra cui la l’agritech e il foodtech”. Per il ministro “l’importanza di adottare soluzioni coordinate nella risposta a sfide comuni quali il cambiamento climatico, la sicurezza alimentare e l’efficientamento produttivo” sono “sfide la cui urgenza è resa ancora più impellente dalle conseguenze, non solo nel breve, ma anche nel medio e lungo periodo che la guerra in Ucraina potrà proiettare sugli equilibri internazionali”. Su questa linea anche la riflessione dell’ambasciatore d’Israele Dror Eydar, che ha definito il summit “un segnale di speranza”.
“Questa conferenza è un sogno che si realizza davanti ai nostri occhi. – il commento del diplomatico – speriamo possa diventare negli anni una conferenza internazionale per tutti i Paesi che condividono le stesse condizioni climatiche. Speriamo di vedere tra i partecipanti anche i paesi arabi”. L’impegno comune lo delineano le parole del ministro Patuanelli: “Dobbiamo consentire nei prossimi anni a 10 mld di persone di avere accesso a cibo di qualità, con prezzi accessibili e utilizzando meno input ambientali. Questa sfida la vinciamo solo con la tecnologia”. Da qui l’importanza di collaborare con una realtà come Israele, che nel settore dell’agritech è un punto di riferimento a livello globale. “Israele ha due terzi del suo territorio deserto, ma siamo riusciti a farlo fiorire. – ha ricordato Eydar – Israele ricicla il 90 per cento delle sue acque. Vogliamo condividere il nostro lavoro con l’Italia”.
Con Napoli e il Mezzogiorno al centro di questo sforzo. “Il Sud non vuole più essere la periferia dell’Europa e dell’Italia ma vuole diventare invece protagonista delle grandi sfide, a partire dalla crisi alimentare ed energetica”, ha affermato la ministra Mara Carfagna a riguardo. E protagonista vuole essere nello specifico la città di Napoli, come ha dichiarato il suo sindaco, Gaetano Manfredi. Ringraziando l’ambasciata d’Israele e ricordando come l’iter per costruire il summit odierno sia stato avviato due anni fa, il primo cittadino ha spiegato che “Napoli si candida, con le sue competenze, le sue risorse e le sue università, ad avere un ruolo centrale a livello mediterraneo”. Da Napoli, ha aggiunto il presidente Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, si costruisce “un ponte tra Italia e Israele capace di dare all’agricoltura la forza di rispondere alle esigenze di sicurezza alimentare acuite dalla guerra in Ucraina. In questo contesto l’area del Mediterraneo è il baricentro naturale del dialogo geopolitico”.

dr