“Tempio italiano di Gerusalemme,
simbolo dei legami tra Italia e Israele”

“La sinagoga italiana rappresenta la profondità dei legami tra i nostri Paesi. La forza, la cultura, la storia di questa comunità sono straordinarie. Grazie per la vostra meravigliosa accoglienza e per il vostro eccezionale impegno”. Sono le parole scelte dal Presidente del Consiglio Mario Draghi per ringraziare la comunità degli italkim – la comunità ebraica italiana d’Israele – al termine della visita al Tempio italiano. Parole scritte nel libro d’onore dopo aver visitato il Museo d’Arte ebraica italiana Umberto Nahon e la sinagoga. Un passaggio che Draghi ha voluto facesse parte della sua fitta agenda di incontri in questa due giorni israeliana. Dopo aver incontrato il Presidente d’Israele Isaac Herzog e prima di presentarsi alla Knesset, Draghi si è recato in queste ore al Tempio italiano, dove è stato accolto da una rappresentanza degli italkim. Una comunità che il capo del governo ha definito, tra gli applausi, “un esempio a cui guardare con orgoglio”. “La sua visita ci onora profondamente e sinceramente – il saluto di Michi Raccah, presidente della Hevrat Yehudei Italia beIsrael – Specie qui, in questo luogo così particolare per l’ebraismo italiano. Un luogo di preghiera, di cultura, di storia, di vissuto condiviso. Qui dove la Hevrat YehudéItalia, un’organizzazione dall’impronta comunitaria che si è posta l’ambizioso obiettivo di diffondere la tradizione dell’ebraismo italiano, svolge le sue attività principali”. Un luogo la cui storia è stata richiamata dallo stesso Draghi. “Da sessant’anni, questo Tempio rappresenta un punto di riferimento religioso, culturale e sociale per gli italiani in Israele. Costruito a Conegliano Veneto nel diciottesimo secolo, è stato smontato, trasportato e ricostruito a Gerusalemme. Oggi continua a essere, come voi, un pezzo d’Italia in Israele”, ha affermato Draghi. L’accento del suo intervento è stato posto sul contributo del mondo ebraico alla storia italiana. “Le enormi colpe del nazifascismo e gli orrori della guerra non hanno diminuito – ha sottolineato – l’importanza della diaspora ebraica in Italia, che ancora oggi è ricca di energia, spirito, tradizione”. Dalla scienza alla cultura, dall’imprenditoria al cinema, molti gli esempi di questo contributo citati. 
Sul versante della lotta all’odio, il Presidente ha poi richiamato l’impegno del Governo “a rafforzare la memoria della Shoah e a contrastare le discriminazioni di ogni tipo contro gli ebrei”. E ha ricordato a riguardo la strategia nazionale contro l’antisemitismo, coordinata dalla professoressa Milena Santerini, e la commissione contro l’odio presieduta dalla senatrice a vita Liliana Segre. 
“Vogliamo promuovere la conoscenza della cultura ebraica nei musei italiani e coltivare il dialogo tra religioni e fedi per favorire la conoscenza reciproca. – le parole di Draghi – Questi sforzi sono essenziali per tutelare la dignità umana, contrastare l’ignoranza, sconfiggere l’indifferenza. In momenti di crisi, di incertezza, di guerra – come quello che stiamo vivendo – è ancora più importante opporsi con fermezza all’uso politico dell’odio”.
Nel corso della sua visita al museo, le guide Benedetta Piazza e Angela Polacco, assieme all’attuale direttore del Nahon Daniel Niv, hanno raccontato al Presidente il patrimonio e la storia raccolta nelle sale di Rechov Hillel 25. Un patrimonio di cui fa parte la citata sinagoga di Conegliano così come il Keter (corona) forgiato nel 1849 in Piemonte per onorare la memoria del re Carlo Alberto, che l’anno precedente aveva concesso i diritti civili agli ebrei del Regno. Un simbolo del plurisecolare legame tra l’Italia e il mondo ebraico.
In occasione della visita poi il Museo Nahon – presieduto da Renato Eran Jarach, presente alla visita assieme, tra gli altri, agli ambasciatori dei due paesi Dror Eydar e Sergio Barbanti – ha regalato al Premier italiano una litografia del celebre artista ebreo-italiano Emanuele Luzzati, “in segno di amicizia e di condivisione di passato e futuro”. La litografia fa parte di una serie di opere realizzate da Luzzati, che raffigurano scene tratte dal libro di Ester. Nella scena raffigurata dall’artista, Mordechai racconta a Ester il destino che attende il suo popolo e la incoraggia a parlare al re nonostante non sia stata convocata. “Ester è chiaramente spaventata per la sua vita, ma Mordechai le dice che la salvezza arriverà in ogni caso. – la spiegazione del Museo – Tuttavia, se non dovesse arrivare attraverso di lei, la sua famiglia e la sua memoria andranno perse per sempre. Questo momento importante della storia serve al lettore come ispirazione per usare il proprio status sociale e il proprio potere, e prendere misure drastiche, per il bene della giustizia e per la salvezza degli altri. Questa lezione è, a nostro avviso, universale e può servire da esempio per tutti noi”.

Daniel Reichel