“Negoziare con l’Iran,
un errore strategico”

“Anche se andremo alle urne tra pochi mesi, le nostre sfide come paese non possono aspettare. Dobbiamo affrontare l’aumento del costo della vita, portare avanti la lotta contro Iran, Hamas e Hezbollah, affrontare le forze che minacciano di rendere Israele uno stato non democratico”. Nonostante la crisi politica e l’imminente ritorno al voto, come testimoniano le parole del ministro degli Esteri Yair Lapid, Israele non può permettersi distrazioni. Soprattutto sul fronte sicurezza. Nelle ultime settimane, è emersa la notizia che agenti di Teheran erano stati inviati in Turchia per colpire turisti israeliani nel tentativo di vendicare i recenti attacchi contro obiettivi nucleari e militari iraniani attribuiti a Israele. Il pericolo aveva portato il ministero degli Esteri a chiedere a tutti i connazionali di rientrare immediatamente in patria. Si trattava di una minaccia concreta e imminente, aveva spiegato Lapid, poi volato lui stesso ad Ankara per discutere della questione. Sul solco di queste preoccupazioni ancora aperte, Gerusalemme non ha quindi apprezzato la notizia del viaggio del capo della diplomazia estera dell’UE Josep Borrell in Iran. Un viaggio di cui lo stesso Borrell ha avvisato Lapid (nell’immagine un incontro tra i due nel luglio 2021), spiegando, come scrive il sito Politico, di voler “riportare l’Iran ai negoziati sull’accordo nucleare e di rimuovere gli ultimi ostacoli”. Un tentativo a cui il ministro degli Esteri israeliano ha risposto con parole dure. “Si tratta di un errore strategico che invia un messaggio sbagliato all’Iran”, le sue parole riportate ancora da Politico. “Parlare del grande potenziale nel contesto iraniano, mentre l’Iran sta cercando di assassinare cittadini israeliani in tutto il mondo e soprattutto in Turchia, – le parole preoccupate di Lapid – indica una preoccupante mancanza di attenzione per le vite dei cittadini israeliani”.