“Usa sempre al fianco d’Israele. Non devi essere ebreo
per essere sionista”
Nel corso della sua carriera politica Joe Biden è stato nove volte in Israele in visita ufficiale. La decima è però la più importante perché vi sbarca nelle vesti di Presidente degli Stati Uniti. “È un onore essere ancora una volta al fianco di amici e visitare lo Stato ebraico indipendente di Israele”, il suo saluto appena arrivato all’aeroporto Ben Gurion, accolto in queste ore dalle massime cariche dello Stato d’Israele. La prima volta che vi atterrò, ha raccontato, era il 1973, poco prima della guerra dello Yom Kippur. Da lì in avanti, ha aggiunto, ha incontrato tutti i capi di governo israeliani. “Ogni occasione di tornare in questo grande Paese, dove le antiche radici del popolo ebraico risalgono ai tempi biblici, è una benedizione”, ha affermato Biden, salutando il Presidente Isaac Herzog e il Primo ministro Yair Lapid. “Il legame tra il popolo israeliano e il popolo americano è profondo. E generazione dopo generazione questo legame cresce quando investiamo l’uno nell’altro e sogniamo insieme”. “Ripeto, non è necessario essere ebrei per essere sionisti”.
Biden, ricordando la lezione paterna a non dimenticare l’orrore della Shoah, ha poi dichiarato di impegnarsi per “combattere il veleno dell’antisemitismo ovunque si manifesti”.
Rispetto alla sua visita, ha toccato il tema della sicurezza e della cooperazione regionale. “Continueremo a far progredire l’integrazione di Israele nella regione e ad espandere le forme e gli impegni emergenti, come il nuovo vertice I2U2”, tra Israele, Stati Uniti, India ed Emirati Arabi Uniti, i cui leader si riuniranno in settimana in collegamento video, “per approfondire la cooperazione economica tra il Medio Oriente e l’Indo-Pacifico”. Breve accenno anche alla questione palestinese, con un richiamo al suo aperto sostegno alla soluzione dei due Stati per due popoli, “anche se non è fattibile a breve termine”.