La portavoce di Mosca attacca Israele:
“Sposate la linea dell’Occidente
con dichiarazioni anti-russe”

L’Italia ha imparato a conoscere le intemperanze verbali di Maria Zakharova, portavoce del Ministero degli Esteri russo. Voce della propaganda del Cremlino, da tempo, anche prima della guerra, si è impegnata nell’attaccare l’Occidente e nel diffondere le più becere teorie complottiste. Nel 2016 ad esempio, commentando le elezioni Usa, suggerì che a deciderne le sorti fossero gli ebrei. “Se volete sapere cosa succederà in America, con chi dovete parlare? Con gli ebrei, naturalmente” dichiarò la portavoce di Mosca, riproducendo i più classici stereotipi antisemiti. Falsità in linea del resto con le uscite del suo capo, il ministro Sergej Lavrov, che nel maggio scorso per difendere l’aggressione all’Ucraina – in un programma italiano – è arrivato a sostenere che Hitler avesse origini ebraiche e che gli ebrei alla fine sono “i principali antisemiti”. Tutto questo per provare, in modo grottesco e contorto, a giustificare l’invasione russa dell’Ucraina attraverso la teoria della “denazificazione”.
Per quelle affermazioni Mosca è arrivata a scusarsi con Israele. Almeno secondo quanto dichiarato dall’entourage dell’allora Primo ministro israeliano Naftali Bennett. Un modo apparante per preservare i rapporti con Gerusalemme, che nel frattempo però si sono ulteriormente incrinati. Ultimo capitolo di questa crisi l’uscita odierna di Zakharova in cui accusa Israele di aver adottato un approccio “non costruttivo” nei confronti di Mosca con “dichiarazioni anti-russe”. Il governo di Gerusalemme, attraverso la voce di Yair Lapid – ministro degli Esteri durante l’inizio dell’invasione e oggi Premier d’Israele -, ha infatti denunciato l’aggressione russa. Una scelta che Zakharova ha descritto come “completamente in linea” con la “strana e delirante voce dell’Occidente”. “Purtroppo, negli ultimi mesi abbiamo sentito, a livello di dichiarazioni, una retorica completamente non costruttiva e, soprattutto, di parte da Tel Aviv. Per noi è stato del tutto incomprensibile e strano”, il virgolettato della rappresentante della diplomazia russa riportato dai media internazionali. Un commento che sembra segnare un’ulteriore distanza tra i due paesi, seppur sul caso dell’Agenzia ebraica Mosca sembra volere evitare lo scontro aperto. La sezione locale dell’ong che si occupa dell’immigrazione ebraica in Israele rischia infatti la chiusura, su spinta del ministero della Giustizia russo. Non è chiaro però il motivo e secondo Zakharova è solo una questione burocratica. Una tesi sposata anche dal portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. “Non è necessario politicizzare questa situazione e proiettarla sull’intera gamma delle relazioni russo-israeliane”, ha dichiarato Peskov. “È necessario adottare un approccio attento, ma anche rendersi conto che tutte le organizzazioni devono rispettare la legge russa”.

(Nell’immagine una manifestazione in solidarietà con il popolo ucraino organizzata davanti all’ambasciata russa a Tel Aviv nel febbraio scorso)