“Accordo nucleare con l’Iran, la bozza non rispetta le promesse Usa”
Nel 2015 gli Stati Uniti di Barack Obama siglarono l’intesa sul nucleare iraniano. Il tentativo dell’allora Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu di sabotare l’intesa, considerata da Gerusalemme un errore e un grave danno per la sua sicurezza, non riuscì. Sette anni dopo la diplomazia israeliana si trova in una situazione analoga. L’accordo, abbandonato da Donald Trump nel 2018, è nuovamente sul tavolo. Diverse dichiarazioni lo preannunciano come imminente. La proposta esaminata sia da Washington che da Teheran è quella fatta dall’Unione europea. Una bozza che, come nel 2015, non piace alla leadership israeliana. L’approccio questa volta però cerca di evitare lo scontro aperto con l’amministrazione Usa. “La nostra direttiva politica, fin dal primo giorno, è di lottare contro l’accordo con tutte le nostre forze, ma senza danneggiare le nostre relazioni strategiche con gli Stati Uniti e senza danneggiare la loro attenzione alle nostre argomentazioni”, ha dichiarato in queste ore il Primo ministro israeliano Yair Lapid. Aggiungendo di aver avvertito la controparte americana che “non è questo che voleva il presidente Biden. Non è di questo che ha parlato durante la sua visita in Israele”.
Per far valere ulteriormente le posizioni di Gerusalemme, la diplomazia israeliana si è messa al lavoro per organizzare un incontro tra Lapid e Biden il mese prossimo negli Usa, riporta l’emittente Kan. L’occasione coinciderebbe con la sessione annuale dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
Intanto a far sentire dal vivo la voce d’Israele alla politica di Washington ci ha pensato il ministro della Difesa Benny Gantz. In visita ufficiale, Gantz ha incontrato Jake Sullivan, consigliere per la sicurezza nazionale statunitense. A Sullivan, il ministro israeliano ha ribadito la necessità di tenere aperta un’opzione militare credibile contro l’Iran come deterrente per la sua corsa all’atomica. I suoi toni sono stati meno duri ad esempio di quelli del capo del Mossad Nahum Barnea, che la scorsa settimana è entrato a gamba tesa nella discussione. In alcuni commenti arrivati alla stampa, Barnea ha definito l’accordo nucleare in corso di negoziazione “un disastro strategico” per Israele e ha affermato che gli Stati Uniti “si stanno precipitando in un accordo che in ultima analisi è basato su bugie”. Secondo il numero uno del Mossad, l’intesa, a causa delle sue clausole di scadenza, “dà all’Iran la licenza di accumulare il materiale nucleare necessario per una bomba” in pochi anni, e fornirà a Teheran miliardi di dollari in denaro attualmente congelato, aumentando la sua pericolosità e la sua capacità di finanziare gli alleati nell’area (da Hezbollah alla Jihad islamica).