“Marocco, una vittoria che unisce”
Per quanto riguarda lo sport, ovunque oggi si celebra il risultato del Marocco, prima squadra africana a raggiungere le semifinali di un Mondiale. Anche i media israeliani si sono uniti al coro di chi omaggia la selezione dei “Leoni dell’Atlante”. “Il mondo è impazzito” titolava ad esempio l’edizione odierna del popolare quotidiano Yedioth Ahronoth, con l’immagine della squadra nordafricana in festa dopo aver battuto il Portogallo. Un risultato celebrato in Israele dalla grande comunità ebraica marocchina – oltre 250mila persone – così come dai cittadini arabi e dai palestinesi in Cisgiordania e a Gaza. I media locali hanno raccontato i diversi festeggiamenti, senza dimenticare un episodio saltato agli occhi di molti: la bandiera palestinese mostrata da alcuni giocatori marocchini per esultare dopo il fischio finale. Un tema di cui l’ambasciatore del Marocco in Israele Abdel Rahim-Biod non ha parlato, ma ad Haaretz ha voluto dare una sua lettura della vittoria, celebrata in un locale di Tel Aviv, adibito per l’occasione di bandiere marocchine. “Quello che avete visto è magico. Stiamo cercando di sviluppare tutto: sport, infrastrutture, tutto ciò che riguarda i giovani. E ora si vedono i risultati.- ha spiegato il diplomatico – Il successo della squadra non è venuto dal nulla”. E così, ha aggiunto, anche i rapporti tra Rabat e Gerusalemme non sono venuti dal nulla. “Quello che celebriamo oggi è grazie al re e alla sua coraggiosa decisione di consolidare le relazioni con Israele – le parole dell’ambasciatore ad Haaretz – perché gode di buoni rapporti sia con gli israeliani che con i palestinesi. Il Marocco ha un ruolo importante nella storia nel collegare le persone. Sono molto felice che gli israeliani originari del Marocco siano venuti a festeggiare, e abbiano condiviso l’amore per il re e per il Marocco. E migliaia di israeliani stanno ora festeggiando la vittoria a Marrakesh e Casablanca grazie ai voli diretti tra i due paesi”.