Herzog e la mediazione
sulla riforma della giustizia
“Lo scontro lacera il paese”

Secondo una recente indagine del centro di ricerca Israel Democracy Institute, le uniche due istituzioni a godere del sostegno della maggioranza dei cittadini israeliani sono esercito e presidente dello Stato. Nel secondo confida il 66 per cento degli intervistati (il dato fa riferimento agli ebrei israeliani, tra gli arabi la fiducia scende al 29 per cento). Il resto delle istituzioni – dalla Corte Suprema (42 per cento tra gli ebrei, 39 tra gli arabi) al governo (24 e 17) – non convince buona parte dell’opinione pubblica. E ora, forte di questi consensi, proprio al presidente del paese, Isaac Herzog, è affidato un ruolo chiave di mediazione per trovare una sintesi sulla riforma della giustizia proposta dal nuovo governo Netanyahu. Una riforma molto contestata dalle opposizioni, dai vertici della magistratura e contro cui l’ultimo sabato sono scese in strada centomila persone (80mila a Tel Aviv). Cuore della modifica promossa dal ministro della Giustizia Yariv Levin, la riduzione del potere della Corte Suprema in favore del governo e della maggioranza alla Knesset. Una rivoluzione che rappresenta “un colpo mortale all’identità democratica della nazione”, le allarmate parole della presidente della Corte Esther Hayut. “Le modifiche si basano sull’idea che il dominio della maggioranza sia il fondamento della democrazia. – l’altrettanto critico giudizio della procuratrice dello Stato Gali Baharav-Miara – Non è l’unica condizione: servono la separazione dei poteri, la protezione degli individui e la prevenzione di atti arbitrari contro le minoranze”.
A queste osservazioni il Premier Netanyahu ha replicato affermando che la riforma rappresenta “l’attuazione della volontà degli elettori e questa è l’essenza della democrazia”. Il suo blocco ha ottenuto la maggioranza e con essa “un mandato chiaro e forte per mantenere ciò che abbiamo promesso durante le elezioni”. Tra cui, la controversa riforma della giustizia che sta aprendo una vera spaccatura nel paese.
A certificarlo anche le parole del presidente Herzog, in cui sono riposte le aspettative di chi vuole che il governo modifichi i suoi progetti. “Siamo nel bel mezzo di una profonda controversia che sta lacerando la nazione. – ha affermato il capo dello Stato – Questo confronto mi preoccupa molto e preoccupa un vasto pubblico in Israele e nella diaspora. I fondamenti della democrazia israeliana, compreso l’ordinamento giuridico, sono sacri e dobbiamo custodirli con ogni vigilanza, anche quando ci sono dibattiti e discussioni di principio sui rapporti tra le autorità”. Dopo essere rimasto per lo più in disparte e per questo criticato dai critici della riforma, Herzog si è rivolto a entrambe le parti, spiegando di voler trovare una mediazione. “Rispetto le critiche nei miei confronti, ma al momento mi sto concentrando su due ruoli critici che credo mi vengano assegnati come presidente del paese in questo momento: prevenire una storica crisi costituzionale e fermare l’ulteriore divisione nella nazione”. Consapevole di avere “la fiducia di tutte le parti”, Herzog spera di aprire una trattativa sulla riforma per modificare gli elementi più contestati.