Israele e la riforma della giustizia
“Dobbiamo arrivare a un compromesso”

Da tempo Gerusalemme non vedeva una manifestazione su scala così ampia. Oltre settantamila persone si sono riversate nelle sue strade in queste ore per protestare contro la riforma della giustizia promossa dal governo di Benjamin Netanyahu. È stato indetto anche uno sciopero nazionale e in decine di altre località del paese si sono tenute manifestazioni di piazza. Obiettivo comune, chiedere al Premier e alla sua maggioranza di fare un passo indietro sull’ambizioso quanto contestato piano per rivoluzionare il sistema giuridico israeliano. Un piano che dà una chiara preminenza al potere esecutivo su quello giudiziario, modificando in modo radicale l’equilibrio istituzionale. Un danno per l’intera democrazia israeliana, contestano le opposizioni dalle piazze. Un pericolo per le fondamenta democratiche del paese, condivide il presidente Isaac Herzog. Almeno finché, ha aggiunto, la versione attuale non sarà modificata. Per questo lo stesso Herzog, in un accorato appello a entrambi gli schieramenti, ha chiesto che si arrivi a un compromesso. Cambiamento e riforme sono obiettivi legittimi della maggioranza, la sua riflessione, ma è necessario portarle avanti in dialogo con le opposizioni. Per facilitarlo, Herzog ha proposto un piano in cinque punti che guidi verso questo eventuale compromesso.
Dopo le sue parole è arrivata la replica della maggioranza: siamo aperti al dialogo. A dirlo è stato il presidente della Commissione Costituzione, diritto e giustizia Simcha Rothman. Parlamentare del partito di estrema destra Sionismo religioso, Rothman è uno degli artefici della radicale revisione, assieme al ministro della Giustizia Yariv Levin. Aprendo la riunione della Commissione, ha detto di approvare “l’iniziativa del presidente di tenere un vero dialogo che affronti i modi per correggere il sistema giudiziario e ristabilire l’equilibrio dei poteri”. Poi però la maggioranza nei fatti ha tirato dritto approvando nella stessa commissione due dei disegni di legge proposti nell’ambito della riforma. Si tratta di due clausole volte a cambiare la composizione del comitato di selezione dei giudici e a circoscrivere il potere della Corte Suprema. La loro approvazione non è stata priva di polemiche. Prima del voto ci sono state urla e dure contestazioni, con alcuni parlamentari dell’opposizione che sono stati espulsi dalla Commissione. Dimostrazione di come il clima di tensione permanga. Ora l’iter prevede che i due disegni di legge arrivino alla Knesset per essere discusse e approvate. Prima di arrivare al via libera definitivo, serviranno tre votazioni.