Chaim Topol (1935-2023)

Nel corso della sua vita Chaim Topol ha interpretato, secondo le sue stesse stime, oltre 3500 volte la parte di Teyve il lattaio nel celebre musical Il violinista sul tetto. Lo ha fatto nell’arco di quattro decenni, iniziando trentenne in Israele per poi calcare i palcoscenici di tutto il mondo. A chi gli chiedeva se l’identificazione con Teyve gli pesasse, rispondeva: “Quante persone sono conosciute per una sola parte? Quante persone nella mia professione sono conosciute in tutto il mondo? No, non mi lamento”. E poi spiegava come “quando vado in Cina, a Tokyo, in Francia, ma direi ovunque, l’impiegato dell’immigrazione mi dice ‘Topol, Topol… Sei Topol? Quindi sì, molte persone hanno visto il violinista sul tetto, e non è una cosa negativa”. Orgoglioso per quella parte, Topol, morto nelle scorse ore a 88 anni, è stato la prima vera star internazionale israeliana. La sua amicizia e collaborazione con il regista e scrittore Ephraim Kishon sono state un caposaldo della cultura d’Israele. Insieme hanno dato vita a Sallah Shabati, tra le più esilaranti e intelligenti opere satiriche prodotte sulla società israeliana.
“Topol è stato un attore di talento che ha conquistato molti palcoscenici in Israele e all’estero, ha riempito gli schermi cinematografici con la sua presenza e soprattutto è entrato nel profondo dei nostri cuori”, il saluto del presidente d’Israele Isaac Herzog.
Ricordandone la dedizione al lavoro e la generosità, la figlia Adi Topol, lo ha descritto come un uomo sempre positivo e preoccupato per gli altri. “Era molto come la Terra d’Israele. Era Israele. Dobbiamo solo ricordarcene”.
Il più grande di tre figli, Chaim Topol era nato a Tel Aviv nel 1935. Suo padre, Jacob, era uno stuccatore e la madre, Imrela, una sarta. Per contribuire all’economia familiare, mentre frequentava le lezioni serali delle scuole superiori, lavorò nella tipografia di un giornale. L’esercito diventò il primo luogo dove esprimere la propria vena artistica. Diciottenne, entrò infatti nella compagnia teatrale del Nahal. Uno dei ruoli che interpretò durante la sua permanenza nella troupe fu quello del citato Sallah Shabati, ideato da Kishon. Nel titolo, il significato di quegli sketch comici: un gioco di parole in ebraico che richiama “slicha shebati”, ovvero “scusate se sono venuto”. Protagonista delle scenette, Sallah, padre di una famiglia ebraica “tipicamente” misrachi e la sua nuova vita da immigrato nel neonato Stato d’Israele. Prendendo le misure con il personaggio durante il servizio militare, Topol fu poi chiamato da Kishon nel 1964, quando gli sketch diventarono un film. Dentro, magistralmente interpretate dall’attore, tutte le contraddizioni, conflittualità, stereotipi tra mondo ashkenazita e misrachi dell’Israele dei primi anni. La satira sociale ebbe un grande successo in patria e fu candidata all’Oscar per il miglior film in lingua straniera. Topol, all’epoca ventinovenne, ricevette un Golden Globe come esordiente più promettente.
Dopo aver debuttato in inglese nel 1966 in un film con Kirk Douglas (Combattenti della notte), si recò a New York per vedere l’attore Zero Mostel interpretare Tevye di Sholem Aleichem nella produzione originale di Broadway del 1964-72 de Il violinista sul tetto di Hal Prince. Tornato in Israele, ebbe l’occasione di diventare il celebre personaggio ideato da Aleichem per un caso: sostituì l’interprete Shmuel Rodensky perché ammalato. Nello stesso periodo il regista Hal Prince, che lo aveva visto in Sallah Shabati, lo invitò a fare un provino per la produzione londinese del Violinista sul tetto. Era sempre il 1966. “Quando andai all’audizione non potevano credere che fossi io, perché ero troppo giovane! Si aspettavano Sallah, che era vecchio. Non me”, ha raccontato in un’intervista Topol. “Mi chiesero quante volte avessi visto lo spettacolo. Risposi, forse quattro volte. Non riuscivano a capire come facessi a conoscere tutti i movimenti, tutte le canzoni dello spettacolo. E quindi dissi: ‘No, non capite… Attualmente sto recitando il violinista, a Tel Aviv!”.
Dopo essere stato ingaggiato, iniziò a farsi chiamare solamente Topol perché i produttori britannici avevano difficoltà a pronunciare il suo nome. La sua carriera si legò così al ruolo di Teyve il lattaio e nel 1971 fu scelto per l’adattamento cinematografico di Norman Jewison. Hollywood Report racconta come all’epoca ci furono pressioni per scegliere altri: Mostel, Rod Steiger, Danny Kaye o Frank Sinatra. “Fui assunto probabilmente perché ero più economico”, ironizzo Topol in un colloquio con il Jerusalem Post del 2013. Il film lo consacrò, oltre che in patria, anche a livello internazionale. Interpretò il ruolo di Galileo Galilei nel film “Galileo” (1975), ed ebbe parti di rilievo nelle pellicole “Flash Gordon” (1980) e in “Solo per i tuoi occhi” della serie James Bond (1981). Nel 1985 recitò nel film israeliano “Again, Forever”, accanto alla moglie Galia e alla figlia Anat.
Nel 2010, lontano dal palco e dalla telecamera, fondò il Jordan River Village, dove i bambini affetti da gravi malattie vengono a divertirsi. E nel 2015 gli fu conferito il prestigioso Premio Israele, massima onorificenza dello stato.

dr