“Israele, uniti nel ricordo
dei nostri caduti”

Yom HaZikaron, il Giorno del Ricordo, inizia con una sirena che risuona in tutta Israele. Non appena la si sente, il paese si ferma. Le auto per strada, chi lavora in ufficio, le famiglie a casa, tutti si fermano per rispettare un minuto di silenzio. Un tributo che apre la giornata dedicata a ricordare i caduti per la difesa dello Stato di Israele e le vittime del terrorismo. In un paese politicamente diviso, questo sarà un momento di unità.
“Negli ultimi mesi c’è stato un importante dibattito nella nostra democrazia, ma in questo momento chiedo a tutti i funzionari eletti, di destra e di sinistra, di mettere da parte il dibattito, di lasciarlo fuori dai cimiteri, per permettere alle famiglie in lutto, a tutti noi, di stare in silenzio con la memoria dei nostri cari. Tutti noi meritiamo di vivere questi giorni con l’intero popolo di Israele unito dietro ai nostri eroi, senza alcuna discussione”, il messaggio lanciato dal Premier Benjamin Netanyahu.
Un appello condiviso anche dai leader dell’opposizione Yair Lapid e Benny Gantz, che hanno diffuso con lo stesso Netanyahu e con il suo ministro della Difesa, Yoav Galant, una dichiarazione congiunta affinché non si violi “la sacralità di Yom HaZikaron”. Nei 75 anni di esistenza dello Stato di Israele, il Giorno del Ricordo – si legge nell’appello firmato dai quattro politici – “è stato un simbolo di unità, di amore per il popolo e di amore per la terra, un giorno in cui ci siamo uniti ai caduti e abbiamo abbracciato le famiglie in lutto”. Quest’anno, viene evidenziato, “dovrebbe essere lo stesso: nella loro morte, i caduti ci hanno ordinato di vivere”.
In questo momento di cordoglio nazionale un pensiero va anche all’Italia, come ricordano le parole dell’ambasciatore in Israele Sergio Barbanti. “L’iscrizione del nome di Alessandro Parini nel memoriale ai caduti per terrorismo della città di Tel Aviv rappresenta un’ulteriore testimonianza della solidarietà e vicinanza di Israele all’Italia. Alessandro non sarà mai dimenticato. E il suo ricordo sarà una benedizione”, le parole del diplomatico a margine di una cerimonia dedicata alle vittime del terrorismo. Nel muro che le ricorda – 769 nomi – da ora figura anche Parini, ucciso in un recente attentato. Parini, in Israele per turismo, si trovava sul lungomare di Tel Aviv quando è stato investito dall’attentatore.
Di queste ore anche la notizia di un nuovo attacco, con la stessa modalità, nel cuore della Gerusalemme occidentale. Cinque i feriti, di cui uno ricoverato in gravi condizioni. Secondo le prime ricostruzioni l’attentatore, che ha lanciato la sua vettura sulla folla ed è stato subito neutralizzato, proveniva da Gerusalemme Est. 

(Nell’immagine: l’ambasciatore Barbanti di fronte al Memoriale delle vittime del terrorismo di Tel Aviv, dove è stato iscritto il nome di Alessandro Parini)