Knesset torna al lavoro, la priorità è il Bilancio
Dopo la pausa per le festività, la Knesset torna al lavoro, riaprendo per la sessione estiva. Primo obiettivo della coalizione guidata dal Premier Benjamin Netanyahu è l’approvazione della legge di Bilancio. Per farlo non c’è molto tempo: il termine entro cui deve arrivare il via libera è il 29 maggio. Come in passato, si tratta di un passaggio delicato per il futuro del governo. La legge israeliana stabilisce infatti che se il bilancio non viene approvato entro la scadenza, la Knesset viene automaticamente sciolta e si procede a nuove elezioni. Per questo i partiti di maggioranza l’hanno messa in cima all’agenda, accantonando per il momento – scrivono i media locali – la discussa riforma della giustizia. Quest’ultima è pronta per essere votata in via definitiva in parlamento. Se approvata nella formulazione attuale, garantirebbe una chiara preminenza al potere dell’esecutivo sul giudiziario, riducendo le sfere d’intervento della Corte Suprema. Tra i provvedimenti pronti e più contestati, l’attribuzione alla coalizione della maggioranza nella commissione per la selezione dei giudici e l’introduzione della clausola di superamento. Quest’ultima permetterebbe, quando apposta, a una legge della Knesset di superare qualsiasi bocciatura da parte della Corte Suprema.
A fine marzo, però, il Premier Netanyahu, dopo settimane di proteste, ha ordinato di mettere in pausa tutta la riforma “per dare una reale opportunità al dialogo”. Si stanno così svolgendo negoziati tra maggioranza e opposizione, sotto l’egida del presidente Isaac Herzog, per cercare di trovare un compromesso. Un’eventualità ritenuta al momento difficile dagli analisti. Secondo ynet, “membri del Likud e i parlamentari degli altri partiti della coalizione stanno facendo pressione sul Premier Netanyahu affinché non si tiri indietro sull’approvazione della revisione, citando la ‘volontà degli elettori’ e la manifestazione di sostegno di 200mila persone della scorsa settimana” a Gerusalemme. Ovvero la prima grande manifestazione a favore della riforma, arrivata per replicare alle sedici settimane (ora diciassette) di contestazioni che hanno portato centinaia di migliaia di persone per le strade del paese. Le due piazze sono diventate la rappresentazione delle divisioni interne al paese, che ora attende le mosse della maggioranza sulla riforma giudiziaria. “C’è un dibattito fondamentale tra di noi riguardo alla riforma legale, ma stiamo facendo uno sforzo per risolverlo attraverso il dialogo. – ha dichiarato Netanyahu in queste ore, aprendo la riunione di gabinetto – Con la buona volontà di entrambe le parti, sono convinto che si possano raggiungere accordi e lo sostengo pienamente”.
Un parlamentare veterano del Likud, David Bitan, presidente del Comitato per gli affari economici della Knesset, ha criticato il suo stesso governo per aver portato avanti i piani di revisione del sistema giudiziario, trascurando invece il problema dell’aumento del costo della vita. Bitan ha esortato il Premier Netanyahu a raggiungere un compromesso sulla riforma e concentrarsi sulle questioni economiche. “Questa riforma non è la riforma che vogliamo. È fatta in fretta e furia perché era importante per i haredim”, la posizione di Bitan espressa in un’intervista. In particolare il parlamentare ha fatto riferimento alla legge sulla coscrizione obbligatoria e all’esenzione prevista per gli studenti delle yeshivot. Erano state introdotte a riguardo delle norme, poi bocciate dalla Corte Suprema sulla base del principio di uguaglianza tra tutti i cittadini.“La questione irrisolta dell’arruolamento – spiega il Times Of Israel – è al centro della spinta dei partiti haredi per ottenere un meccanismo di annullamento della revisione della Corte (la clausola di superamento) come parte della riforma”. In questo modo una nuova norma sull’esenzione non potrebbe più essere bocciata dai giudici. Un tema che toccherà questi mesi di lavoro della Knesset, con il Bilancio a rimanere primo punto in agenda.
Il parlamento aprirà ufficialmente il Primo maggio la sua prima sessione legislativa della sessione estiva. Il presidente della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti Kevin McCarthy è stato invitato a parlare all’assemblea plenaria. È la seconda volta che accade, dopo l’invito a Newt Gingrich nel 1998.