Israele-Gaza, raggiunta la tregua

Dopo cinque giorni di scontri tra Israele e Jihad islamica è arrivato il cessate il fuoco. Una tregua arrivata senza fare concessioni al gruppo terroristico di Gaza, ha dichiarato in queste ore il ministro degli Esteri Eli Cohen. “Non abbiamo promesso nulla”, le parole di Cohen intervistato dalla radio dell’esercito. Nel mentre, durante la riunione di gabinetto d’inizio settimane, il Premier Benjamin Netanyahu si è congratulato con le forze di sicurezza per come hanno agito nel corso dell’operazione “Scudo e Freccia”. “Al capo di Stato maggiore e al capo dello Shin Bet ho detto due parole: ‘ben fatto’. L’operazione è stata davvero condotta perfettamente. – il commento di Netanyahu – Abbiamo eliminato l’intero vertice della Jihad islamica a Gaza. Abbiamo distrutto 17 postazioni strategiche del gruppo, eliminato dozzine di terroristi, colpito depositi di razzi e missili”. Alle operazioni militari israeliane, il gruppo terroristico ha risposto sparando quasi 1500 razzi e colpi di mortaio contro le comunità israeliane. Attacchi che hanno causato due vittime: Inga Avramyan, ottantenne colpita a Rehovot, e Abdullah Abu Jaba, trentaquattrenne palestinese colpito in un cantiere non distante dal confine con Gaza.
“Non so cosa farà mio nonno senza mia nonna Inga. Comunicava solo con lei, era tutta la sua vita”, la testimonianza del nipote, Arthur Avramyan, che si era recato sul luogo dell’attacco per verificare le condizioni dei nonni. La coppia di anziani, entrambi ottantenni, viveva in un appartamento al secondo piano. Erano sposati da 50 anni ed erano immigrati dall’Armenia. Il nipote ha spiegato che nell’appartamento c’era una stanza bunker, ma non sono riusciti a raggiungerla in tempo perché al nonno Sergey è stata amputata una gamba ed costretto su una sedia a rotelle. “Probabilmente era nervoso e mia nonna ha cercato di aiutarlo ad alzarsi, ma la sirena è suonata troppo tardi e hanno avuto troppo poco tempo prima che il razzo colpisse l’edificio”. Il nonno si è salvato riportando alcune contusioni, ma per la nonna non c’è stato nulla da fare. Destino simile per Abdullah Abu Jaba, 34 anni, colpito a poche ore dal cessate il fuoco da un razzo sparato dalla Jihad islamica su una località agricola israeliana, a poca distanza dal confine. L’uomo era impiegato in un cantiere assieme al fratello Hamad, 39 anni – ferito anche lui nell’esplosione -, e lascia la moglie e sei figli.