Meir, vittima del terrore

Oggi Meir Tamari avrebbe dovuto festeggiare, assieme ai due figli piccoli, alla moglie e alla famiglia, il suo trentaduesimo compleanno. Un giorno di festa che si è invece trasformato in un grave lutto. Tamari è stato ucciso ieri da terroristi palestinesi mentre si trovava sulla sua auto. Stava arrivando a casa, l’insediamento di Hermesh, nel nord della Cisgiordania, quando alla sua auto si è affiancato un suv bianco. Dal veicolo i terroristi hanno aperto il fuoco da distanza ravvicinata, colpendolo più volte alla parte superiore del corpo. Tamari è riuscito a guidare ancora per qualche centinaio di metri e arrivare alle porte di Hermesh, dove la guardia di sicurezza ha allertato subito i medici. L’uomo è stato portato d’urgenza in ospedale in elicottero, ma le sue condizioni sono risultate troppo gravi e dopo poco ne è stata dichiarata la morte.
In queste ore la famiglia è così costretta, invece che festeggiarne il compleanno, a dare l’ultimo saluto a Meir Tamari.
Le forze di sicurezza sono impegnate in una caccia all’uomo per trovare i responsabili dell’attentato. Un’operazione che sta coinvolgendo diversi villaggi e città palestinesi della zona. “Le nostre forze sono attualmente all’inseguimento dei terroristi per regolare i conti con loro, che saranno saldati immediatamente. Così come abbiamo trovato tutti i terroristi e chiuso i conti con loro in passato, lo faremo anche questa volta”, le parole del Premier Benjamin Netanyahu, che ha inviato un messaggio di cordoglio e vicinanza alla famiglia vittima dell’attacco.
A rivendicare l’attentato è stato il gruppo terroristico delle Brigate dei Martiri di Al Aqsa. “Questa, e le altre operazioni che verranno, non saranno la risposta finale per placare il nostro dolore per la scomparsa dei nostri martiri. Il nostro dolore è più grande, e così la nostra vendetta”, la minacciosa nota delle Brigate.