Ocse: Israele ha un’economia solida, ma le tensioni politiche sono un rischio
L’economia israeliana è destinata a crescere, ma a un ritmo ridotto quest’anno e il prossimo rispetto alle previsioni. A segnalarlo, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) nel suo report dedicato a dare un quadro della situazione globale e dei diversi paesi che ne fanno parte. In particolare si parla di una revisione al ribasso sul PIL che passa da una crescita del 3 per cento previsto per il 2023 al 2,9 e dal 3,4 al 3,3 nel 2024. Dati che testimoniano come Israele rappresenti una delle realtà più solide dell’Ocse, ma, evidenziano gli esperti dell’organizzazione, come allo stesso tempo il governo non possa sottovalutare alcune criticità. “L’intensificarsi degli incidenti di sicurezza e le continue tensioni politiche sulla riforma giudiziaria potrebbero aumentare la percezione del rischio, portare a un inasprimento delle condizioni finanziarie e pesare sul clima di fiducia delle imprese e sugli investimenti”, si legge ad esempio nel rapporto pubblicato in concomitanza con la visita a Parigi del ministro delle Finanze israeliano Bezalel Smotrich. Una presenza dovuta alla riunione del Consiglio dei ministri dell’Ocse. “Ringrazio l’organizzazione per la previsione di crescita positiva che ci è stata fornita. Non ho dubbi – il commento di Smotrich sul report – che la forza economica e la stabilità di Israele nelle acque turbolente dell’economia internazionale siano un’ancora significativa per il paese e per il mondo”.
Rispetto agli avvertimenti sugli investimenti, gli esperti dell’Ocse rilevano come “la fiducia delle imprese si è indebolita, ma rimane positiva”, dall’altra parte “la raccolta di capitali da parte delle imprese high-tech è diminuita notevolmente rispetto ai livelli elevati del 2021 e dell’inizio del 2022”.
Nelle sue raccomandazioni, il rapporto dell’OCSE dedica ampio spazio alle sfide demografiche di Israele. “Affrontare le sfide demografiche, legate alla quota crescente di gruppi di popolazione con un debole attaccamento al mercato del lavoro, è fondamentale per mantenere la crescita futura e la sostenibilità fiscale. Ciò richiederà la definizione di adeguati incentivi al lavoro, un migliore sostegno ai genitori che lavorano, anche attraverso l’espansione delle strutture di assistenza all’infanzia nelle aree poco servite, il miglioramento delle competenze in tutte le fasi del ciclo di apprendimento e la facilitazione della mobilità verso posti di lavoro e aziende ad alta produttività”.
Tra i temi ovviamente quello dell’inflazione, che rappresenta una sfida globale. La Banca centrale del paese ha continuano in questi mesi a ritoccare verso l’alto il tasso d’interesse di riferimento (attualmente al 4,75 per cento) proprio come strategia per contenere l’inflazione. L’obiettivo è portarla al di sotto del 3 per cento, mentre negli ultimi mesi continua ad aggirarsi attorno al 5. “L’inflazione elevata peserà sulla crescita dei consumi privati e le esportazioni saranno frenate dalla moderata crescita della domanda dei partner commerciali”, la valutazione dell’Ocse. “Il mercato del lavoro si raffredderà leggermente con la moderazione della crescita”.
Nelle sue raccomandazioni, il rapporto dedica poi ampio spazio al tema demografica israeliano. “Affrontare le sfide demografiche, legate alla quota crescente di gruppi di popolazione con un debole attaccamento al mercato del lavoro, è fondamentale per mantenere la crescita futura e la sostenibilità fiscale. Ciò richiederà la definizione di adeguati incentivi al lavoro, un migliore sostegno ai genitori che lavorano, anche attraverso l’espansione delle strutture di assistenza all’infanzia nelle aree poco servite, il miglioramento delle competenze in tutte le fasi del ciclo di apprendimento e la facilitazione della mobilità verso posti di lavoro e aziende ad alta produttività”.