Biblioteca nazionale d’Israele,
una nuova casa per la cultura

L’edificio della Biblioteca Nazionale d’Israele, inaugurato nel 1960 nel campus di Givat Ram, è considerato uno dei capolavori dell’architettura israeliana. Una struttura diventata uno dei simboli della cultura nazionale. Qui l’immenso patrimonio della Biblioteca, fondata nel 1892, ha trovato la propria casa. Per oltre sessant’anni studenti, ricercatori, studiosi e semplici curiosi hanno attraversato le sue sale e preso in prestito libri o osservato da vicini documenti rari. Da Givat Ram è quindi passato un pezzo della storia culturale d’Israele. Un capitolo che in questi giorni volge al termine: dal 21 giugno infatti la Biblioteca saluterà Givat Ram. E lo farà con una giornata intitolata “L’epilogo” con decine di iniziative che celebreranno le tante storie legate a questo luogo. Nel mentre, proseguirà il trasferimento della Biblioteca nel cuore di Gerusalemme. Dopo l’estate infatti aprirà al pubblico la sua nuova sede, che troverà posto tra la Knesset, il parlamento israeliano, e il Museo d’Israele. Il nuovo edificio e il campus, progettati dallo studio Herzog & De Meuron, sin dalla loro conformazione avranno l’obiettivo di rappresentare una visione di apertura e accessibilità per accogliere un pubblico sia israeliano che internazionale e invitarlo ad interagire con i suoi inestimabili tesori. La nuova Biblioteca andrà infatti a proporsi come “un centro di confronto e dibattito”. Per perseguire tali scopi i programmi educativi e culturali in ponte attingeranno dalle collezioni dell’ente per raccontare i diversi aspetti culturali della società israeliana e permettere ai cittadini di conoscere se stessi, gli altri e il mondo. Una fonte di conoscenza e di apprendimento “inclusiva, apolitica e laica”.
“La nostra nuova sede consentirà alla Biblioteca di realizzare la sua missione e il suo ruolo, in questo XXI secolo, di istituzione leader della memoria nazionale per lo Stato di Israele così come per il popolo ebraico a livello globale, nonché come fonte di ispirazione per un pubblico eterogeneo in tutto il mondo, come indicato nella nostra missione” le parole di Caron Sethill, responsabile del programma Europa, nel dialogare con Pagine Ebraiche. In risalto collezioni che “spaziano dall’ebraico a Israele, dall’Islam al Medio Oriente e alle scienze umane”, con tesori che comprendono “importanti opere manoscritte di luminari come Maimonide e Sir Isaac Newton, splendidi manoscritti islamici risalenti al IX secolo e archivi di personalità come Martin Buber, Natan Sharansky e Naomi Shemer”. Un patrimonio sviluppato nel corso di 130 anni. Ma il viaggio “per realizzare il nostro massimo potenziale – continuava Sethill – è iniziato solo di recente e infatti siamo in un processo di costante rinnovamento, che comprende anche iniziative culturali, educative e digitali all’avanguardia, attraverso le quali stiamo aprendo l’accesso ai nostri tesori come mai prima d’ora”. Quasi la metà della collezione, composta da oltre cinque milioni di volumi rari, manoscritti, incunaboli, libri e materiale stampato di vario genere, è già stata trasferita dall’attuale edificio nel campus Givat Ram dell’Università Ebraica verso il nuovo sito. “Quanto è giusta la missione che la Biblioteca Nazionale di Israele si è assunta: rinnovarsi e trasformarsi in un vibrante centro intellettuale che collega la saggezza delle generazioni passate alle sfide del presente”, affermava appena annunciato il progetto l’ex Presidente Shimon Peres. Una casa “per tutti i cittadini di Israele, ebrei e arabi: dobbiamo essere tutti aperti alla cultura del nostro vicino, alle culture della regione e a quelle del mondo”.