Desalinizzare, l’Ue investe in Israele
Intervenendo di recente in un summit a Bari dedicato all’acqua, l’ambasciatore d’Israele in Italia Alon Bar evidenziava come il paese sia riuscito nel corso del tempo a risolvere i propri problemi cronici con questa preziosa risorsa. Un risultato esemplare – in un paese per ampie aree desertico – ottenuto grazie a una lungimirante scelta di investire nell’innovazione. La tecnologia è stata infatti il mezzo principale per permettere al paese di superare la carenza di fonti d’acqua. In particolare, negli anni duemila – a fianco del riciclo delle acque reflue – si è investito in impianti di desalinizzazione. Così, se a livello globale l’acqua potabile proveniente da queste tecnologia si aggira attorno al 3 per cento, in Israele la percentuale è incredibilmente più alta: l’85 per cento. A rilevarlo, i dati della Banca europea per gli investimenti. La desalinizzazione rappresenta quindi uno strumento fondamentale per il paese, ma anche un know how da poter esportare a livello internazionale. E anche per questo proprio la Banca europea per gli investimenti ha deciso di finanziare con 150 milioni di euro la progettazione, costruzione e gestione di un nuovo impianto israeliano: il Sorek II.
“Con una capacità di 200 milioni di m3 all’anno, – spiega la Banca – Sorek II diventerà uno dei più grandi impianti di desalinizzazione del mondo. Il progetto segna una pietra miliare nel settore della desalinizzazione, grazie a una tecnologia all’avanguardia in grado di migliorare il consumo energetico e le emissioni di carbonio”.
Il progetto consentirà di soddisfare la crescente domanda interna, aumentando al contempo i trasferimenti regionali di acqua. Gli impianti di desalinizzazione – la cui realizzazione è iniziata in Israele nei primi duemila – sono al momento cinque e si trovano lungo la costa: Soreq (150 milioni di metri cubi di produzione annuale), Hadera (127 milioni), Ashkelon (118 milioni), Ashdod (100 milioni) e Palmachim (90 milioni). Due nuovi impianti – il Sorek II (finanziato dalla Banca europea per gli investimenti) e il Wester Galilee (100 milioni) – sono destinati a incrementare ulteriormente la produzione nei prossimi anni. Una volta completati, i 900 milioni di metri cubi di acqua forniti dai sette impianti forniranno l’85-90 per cento del consumo annuale di acqua municipale e industriale di Israele.
Secondo i funzionari europei il Sorek II “influirà positivamente sulla vita quotidiana delle persone nella regione, migliorando la qualità dell’acqua fornita ai consumatori. Aumenterà inoltre la disponibilità di acqua riutilizzata per gli utenti agricoli, favorendo così il passaggio all’uso di acqua dolce e facilitando la ricostituzione sostenibile delle falde acquifere”.
“La desalinizzazione è fondamentale per preservare l’acqua come risorsa naturale”, il commento di Alon Tavor, amministratore delegato di IDE Technologies, l’azienda israeliana di trattamento e desalinizzazione delle acque che guida il progetto Sorek II. “L’IDE è impegnata ad ampliare l’impatto della tecnologia per aumentare l’accesso all’acqua potabile. La Banca europea è un finanziatore chiave per la desalinizzazione in Israele e accogliamo con favore il finanziamento, che aumenterà l’approvvigionamento idrico per i residenti e le imprese del nord di Israele”.
(Foto – IDE Technologies)