Attacchi armati contro le auto, la via del terrorismo palestinese
Una dinamica di attacco che si ripete ormai da tempo. Terroristi palestinesi armati che sparano contro civili israeliani dalle loro auto. È accaduto a febbraio quando i fratelli Hallel e Yagel Yaniv sono stati uccisi con colpi ravvicinanti mentre viaggiavano sulla strada 60, che va da Beersheva a Nazareth. È accaduto ad aprile quando a cadere vittima del terrorismo sono state le sorelle Rina e Maia Dee e la madre Lucy, mentre viaggiavano sulla strada 57, che da Netanya prosegue verso est nella Valle del Giordano. È accaduto a giugno in una pompa di benzina nei pressi dell’insediamento di Eli, con l’uccisione di quattro persone. I terroristi colpiscono lungo le diverse arterie della Cisgiordania e poi cercano di sparire. Una violenza che si è ripetuta in queste ore con l’attacco compiuto nei pressi dell’insediamento di Tekoa, in Cisgiordania, una quindicina di chilometri a sud di Gerusalemme. Elroi Kapach, trentasei anni, stava viaggiando in auto con le su figlie, di quattordici e nove anni, quando da un veicolo in transito nella corsia opposta sono partiti alcuni spari. L’uomo è stato ferito in modo grave ed è stato portato d’urgenza all’ospedale Shaare Zedek di Gerusalemme. Qui anche le due figlie, in stato di shock e con lievi ferite dovute a schegge di proiettili, sono state curate. Il padre ora è fuori pericolo.
Intanto le forze di sicurezza hanno avviato una caccia all’uomo per rintracciare i terroristi responsabili dell’attacco. “È un’area in cui da anni non c’erano gravi attacchi terroristici”, ha commentato Shlomo Naaman, capo del Consiglio regionale di Gush Etzion, in Cisgiordania.“Auguriamo una pronta guarigione al ferito – il commento di Naaman – e sosteniamo le forze di sicurezza che presto cattureranno gli spregevoli terroristi e regoleranno i conti con loro”.
Sul caso è stato aggiornato il Primo ministro Benjamin Netanyahu, nel frattempo uscito dal Sheba Medical Center dopo essere stato ricoverato per una notte per disidratazione.
“La nostra diagnosi, alla fine di tutti i test eseguiti, compresi quelli di laboratorio, è che la ragione del ricovero è la disidratazione”, ha dichiarato l’ospedale in un comunicato. Il Premier è stato sottoposto a una serie di esami di routine “tutti risultati completamente normali”. A Netanyahu, spiegano i quotidiani locali, è stato stato impiantato un dispositivo di monitoraggio per la verifica dell’attività cardiaca. Il leader del Likud, 73 anni, era stato ricoverato a Gerusalemme nell’ottobre scorso dopo essersi sentito male durante le funzioni per Yom Kippur. Anche in quell’occasione era stato dimesso dopo una notte in osservazione.