Libia-Israele, l’incontro diplomatico e il passo indietro di Tripoli
Un incontro a Roma lontano dai riflettori. Un vertice che sembrava rappresentare un punto di svolta storico nei rapporti tra Israele e Libia. Almeno con una parte della Libia, quella guidata dal Primo ministro Abdul Hamid Dbeibeh. Il ministro degli Esteri del suo governo, Najla Mangoush, in questo fine agosto ha infatti incontrato il collega israeliano Eli Cohen. “Un primo passo nelle relazioni tra Israele e Libia. Le dimensioni e la posizione della Libia conferiscono a questa relazione un enorme significato e un enorme potenziale per lo Stato di Israele”, il commento di Cohen nella nota che ha confermato ufficialmente la riunione con Mangoush. Un’occasione possibile, ha aggiunto poi Cohen, grazie alla mediazione del ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani. Sul tavolo, possibili cooperazioni e aiuti israeliani al governo di unità nazionale libico in ambito umanitario, agricolo e di gestione delle acque. “Ho parlato con il ministro degli Esteri (Mangoush) del grande potenziale per i nostri Paesi rispetto a questi legami, così come dell’importanza di preservare il patrimonio dell’ebraismo libico, compresa la ristrutturazione delle sinagoghe e dei cimiteri ebraici nel Paese”, ha aggiunto ancora Cohen. Una novità di grande rilevanza per un paese che negli anni Cinquanta ha costretto, tra pogrom e violenze, decine di migliaia di ebrei all’esodo forzato.
Ma a distanza di ventiquattro ore tutto è cambiato. La svolta diplomatica si è trasformata in una crisi. Dopo la diffusione della notizia su tutti i media internazionali, il governo di Tripoli ha fatto una completa marcia indietro. Il Premier Dbeibeh ha annunciato di aver sospeso la propria ministra degli Esteri e di aver aperto un’indagine contro di lei legata all’incontro romano con Cohen. Un provvedimento deciso dopo lo scoppio di proteste spontanee in diverse parti della Libia. Proteste in cui sono state bruciate bandiere israeliane.
L’ormai ex ministra Mangoush ha lasciato il paese, riportano le agenzie, e ha trovato riparo in Turchia. Nel frattempo dal ministero degli Esteri libico è arrivata una nota con una versione molto diversa del vertice con Cohen. Sarebbe stato “un incontro casuale e non preparato durante una riunione presso il ministero degli Esteri italiano”.
Nella nota si legge poi che non vi sarebbe stata nessuna “discussione, accordo o consultazione” tra le parti. E si specifica che il governo libico “rinnova il suo completo e assoluto rifiuto della normalizzazione” dei rapporti con Israele. Cohen, riportano i media locali, non ha commentato questa evoluzione in negativo della situazione.
(Nell’immagine il ministro Eli Cohen – Fonte ministero degli Esteri israeliano)