Lo sport israeliano travolto Il ciclismo porta il lutto
Dal basket al calcio, lo sport israeliano si è fermato. Stop agli incontri internazionali, calendari e impegni da ripensare, sono la conseguenza della barbarie scatenata da Hamas e dai nuovi venti di guerra. Poche le eccezioni. Tra queste la gloria nazionale del basket, il Maccabi Tel Aviv, che domani sera in Eurolega giocherà sul parquet del Valencia. Attivi anche gli atleti della Israel Premier Tech, la squadra professionistica di ciclismo in lizza più volte sulle strade del Giro d’Italia e del Tour de France. La stagione volge ormai al termine e la Israel Premier Tech è presente alle ultime gare in Europa e in Giappone con una fascia nera al braccio in segno di lutto. “Un piccolo ma importante gesto per dimostrare che siamo solidali con tutte le vittime, con le loro famiglie e con i loro amici. Ma anche verso i nostri compagni israeliani”, ha spiegato uno dei veterani, il quattro volte vincitore del Tour Chris Froome. Tra i tanti fan di questo sodalizio spesso distintosi per il suo impegno sociale e partner tra gli altri del Centro Peres per la Pace, c’era il ciclista amatoriale Tomer Shpirer, rimasto ucciso nell’attacco sferrato da Hamas il 7 ottobre: a permettere l’identificazione del corpo è stata la maglia della Israel, la sua squadra del cuore. Andava in bici, non lontano di lì, la giovane Aya Meidan. All’improvviso, l‘ha ripresa la stessa Israel Premier Tech, l’inferno: “Ho detto ai ragazzi che erano con me che non c’era scampo e che dovevamo nasconderci tra i cespugli pieni di spine, in silenzio, a malapena in grado di respirare. Abbiamo sentito i terroristi per strada e tutti i pensieri del mondo correvano nella mia mente in quel momento, ma cercavo di calmarmi e di non cedere allo stress”. Meidan ha raccontato di aver indossato il casco da bici per proteggersi e di essersi tolta gli occhiali per evitare che il riflesso sulla montatura rivelasse la sua posizione. Si stavano allenando anche due ciclisti 15enni, Zohar Shahar e Itay Cohen, entrambi colpiti dal fuoco di Hamas e poi sottoposti a interventi d’urgenza. “Faremo tutto il possibile per sostenere loro e i molti altri che avranno bisogno del nostro aiuto”, ha reso noto la dirigenza della Israel Premier Tech. L’Italia era invece la meta di alcuni giovani di “Bartali – Youth in Movement”, associazione israeliana che si occupa di favorire la coesistenza tra arabi ed ebrei passando dal ciclismo e dal ricordo delle azioni di coraggio di cui fu protagonista Gino Bartali durante il nazifascismo. La delegazione, al seguito dell’ex ciclista Ran Margaliot, avrebbe dovuto pedalare tra Assisi e Firenze. Un programma che sarà forse riproposto più in là: alcuni affiliati, al primo anno di militare, sono stati richiamati in servizio.